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Enrico Tantucci
Fontego “dorato” tra infissi e terrazza
3 Febbraio 2016
Vivere a Venezia
C'è da vergognarsi di essere cittadini di una città che di fronte alla privatizzazione, mercantilizzazione, stravolgimento totale di un bene come il Fòntego dei Tedeschi discetta oggi sul colore delle finiture, ma ha rinunciato a scendere in piazza quando il fatto é accaduto.
C'è da vergognarsi di essere cittadini di una città che di fronte alla privatizzazione, mercantilizzazione, stravolgimento totale di un bene come il Fòntego dei Tedeschi discetta oggi sul colore delle finiture, ma ha rinunciato a scendere in piazza quando il fatto é accaduto. La Nuova Venezia, 3 febbraio 2016

Si comincia a scoprire il nuovo Fontego dei Tedeschi e fanno già discutere i nuovi infissi dorati delle finestre del cinquecentesco edificio destinato a essere riaperto il primo ottobre come un grande magazzino del lusso gestito dal gruppo francese Dfs. In questi giorni è iniziata infatti la scopertura delle facciate del palazzo e sono apparsi così i nuovi serramenti che assomigliano per il colore all’alluminio anodizzato vietato a Venezia ma che sono invece di ottone brunito, autorizzato dalla Soprintendenza. Lo stesso tipo di materiale è stato già infatti utilizzato dall’architetto Alberto Torsello - che dirige i lavori di ristrutturazione per l’impresa Sacaim, con la committenza di Edizione, la società del gruppo Benetton proprietaria del palazzo e in base al progetto di Rem Koolhaas per lo Studio Oma - anche per i grandi finestrini nella nuova ala delle Gallerie dell’Accademia e per quelli della Scuola Grande della Misericordia. Infissi che secondo i progettististi si armonizzerebbero perfettamente con lo spazio circostante e presenterebbero il vantaggio di resistere nel tempo alle aggressioni dell’ambiente marino tipico della laguna veneziana.

L’effetto di queste decine di serramenti nuovi e dorati sui quattro lati del Fontego, desta però più di una perplessità, ad esempio anche su Facebook secondo quanto registrato dal sito Venessia.com. Molti li hanno appunto scambiati per infissi in alluminio anodizzato, perché l’effetto visivo è molto simile. È perplesso anche il professor Amerigo Restucci, già rettore dell’Iuav e storico dell’architettura e del paesaggio. «In effetti il confine tra l’alluminio anodizzato e l’ottone brunito sul piano visivo è molto labile » commenta -«e mentre nel caso delle Gallerie dell’Accademia e della Misericordia era usato per pochi finestroni e molto grandi, qui compare in decine e decine di finestre, influendo pesantemente sull’effetto complessivo dell’edificio. Proviamo a pensare se in tutta Venezia gli infissi venissero sostituiti progressivamente con questo tipo di materiale, cambierebbe l’aspetto della città. Forse anche la Soprintendenza dovrebbe riflettere meglio su questo aspetto».

L’altra novità comparsa sul Fontego è il ballatoio metallico, anch’esso dorato e quindi probabilmente anch’esso in ottone brunito comparso sul tetto, con la ringhiera che delimierà quindi l’area della terrazza-belvedere che tanto aveva fatto discutere prima del via libera definitivo. Anch’essa, naturalmente, destinata a suscitare molte discussioni. Il cantiere del Fontego dei Tedeschi per la ristrutturazione proseguirà sino a fine marzo. Poi subentreranno alla Sacaim e a Edizione, gli architetti e le maestranze di Dfs, per gli allestimenti, in vista dell’apertura di ottobre.

Riferimenti
Sulla vicenda si veda su eddyburg di Paola Somma La lezione del Fontego dei tedeschi, di Francesco Erbani L’odissea veneziana del Fontego dei Tedeschi tra pubblico e privato, di Paolo Lanapoppi Fontego dei Tedeschi, accettati tutti gli oltraggi, di Salvatore Settis Quel centro commerciale che ferisce Venezia. La strategia di occupazione concertata (con i sindaci veneziani, da Massimo Cacciari a Giorgo Orsoni) è documentatamente raccontata da Paola Somma nel saggetto Benettown, un ventennio di mecenatismo, edito da Corte del fontego editore, nella collana "Occhi aperti su Venezia". La vicenda del Fontego dei Tedeschi è narrato, nella medesima collana, dal libretto di Lidua Fersuoch, Il nostro Fontego dei Tedeschi.
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