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Michela Barzi
Il divario politico tra densità e dispersione
30 Dicembre 2014
Consumo di suolo
Ricerche USA sull'influenza delle tipologia insediative sui comportamenti sociali rivelano interessanti corrispondenze. Sarebbe bello se anche nello Stivale ci fossero analoghe ricerche.

Ricerche USA sull'influenza delle tipologia insediative sui comportamenti sociali rivelano interessanti corrispondenze. Sarebbe bello se anche nello Stivale ci fossero analoghe ricerche. Millennio urbano, 29 dicembre 2014 Sono le caratteristiche insediative ad orientare le persone verso gli schieramenti politici o viceversa? Negli Stati Uniti è noto da tempo come gli abitanti delle aree urbane dense votino in prevalenza per i democratici, mentre quelli della dispersione suburbana per i repubblicani, ed una recente ricerca ha messo in luce il fatto che l’orientamento politico e la scelta del posto in cui vivere tendano a coincidere. Invece nel nostro paese analoghe rilevazioni sono ancora di là da venire, anche se si potrebbero trovare analogie con le dinamiche statunitensi ad esempio in quelle regioni, come la Lombardia e il Veneto, fortemente caratterizzate dalla dispersione insediativa e da quasi un quarto di secolo inclini a far prevalere lo schieramento politico di centro destra.

Tornando dall’altra parte dell’Atlantico, un nuovo rapporto del Pew Research Center sulla crescente polarizzazione politica mostra quanto grande sia il divario tra liberal, che coincidono con i democratici, e conservatori, identificabili invece con i repubblicani, riguardo a comportamenti e stili di vita. Il fatto che gli appartenenti ai due gruppi tendono a socializzare e ad informarsi solo al loro interno – anche se i conservatori lo fanno in modo più radicale – era già noto da tempo e tuttavia l’ aspetto che spicca di più, perché raramente misurato, sono le divisioni ideologiche tra chi preferisce vivere in luoghi caratterizzati dalla percorribilità pedonale e chi invece si affida alla dipendenza dall’auto tipica dello sprawl suburbano.

La correlazione tra modelli insediativi e voto

L’istituto che ha svolto la ricerca ha chiesto agli intervistati de preferiscono vivere in una zona dove “le case sono più grandi e più distanziate, le ma scuole, i negozi ed i ristoranti si trovano a diversi chilometri di distanza,” oppure dove “le case sono più piccole e più vicine tra di loro, e le scuole, i negozi e ristoranti sono raggiungibili a piedi”. Gli intervistati si sono equamente divisi tra il 49 per cento che sceglie la prima ubicazione e il 48 per cento che preferisce la seconda. Il fatto che il divario circa la preferenza del luogo in cui vivere corrisponda all’orientamento politico all’interno dei due gruppi è la novità messa in luce dalla ricerca. Mentre i tre quarti degli intervistati “costantemente conservatori” preferiscono una ubicazione suburbana come luogo in cui vivere, e solo poco più di un quinto sceglie un ambito urbano caratterizzato dalla pedonalità, tra gli americani “coerentemente liberali” le percentuali sono invertite.

Se da una parte la distribuzione del voto hanno da tempo mostrato una correlazione tra l’orientamento liberal e la densità tipica dei centri urbani – che potrebbe spiegarsi con il fatto che gli abitanti delle città americane sono più spesso poveri ed appartenenti a minoranze – la relazione tra le preferenze di un certo modello insediativo e l’ideologia politica non erano necessariamente così evidenti. Si tendeva a considerare probabile che chi vive in città semplicemente non possa permettersi di vivere nei sobborghi. Al di là delle condizioni economiche non era stata presa in considerazione la possibilità che ci fosse una precisa scelta che ha a che fare con le caratteristiche insediative. Specularmente gli elettori delle circoscrizioni non urbane potevano semplicemente essere conservatori in quanto più prossimi al mondo rurale, espressione di un modello sociale che attribuisce un grande valore alla disponibilità di spazio e di risorse, anche se non particolarmente incline ad usare l’auto per ogni necessità.

Al di là delle condizioni economiche

Il sondaggio dimostra che in effetti i liberal preferiscono potersi spostare a piedi ed i conservatori invece danno più valore allo spazio ed alla privacy. I liberal d’altra parte hanno maggiori preoccupazioni ambientali, sono consapevoli di quanto sia più efficiente vivere in case più piccole e cercano di evitare l’uso dell’auto. Le aree più dense ad accessibilità pedonale contribuiscono inoltre a creare un senso di comunità, basata sugli incontri che si possono fare camminando o sul trasporto pubblico, che prevede anche la diversità economica, etnica, culturale, eccetera. Inoltre, chi preferisce la condizione urbana tende a dare più valore allo spazio pubblico piuttosto che a quello privato.

Al contrario i conservatori non conferiscono alcun valore alla condivisione ed alla diversità e preferiscono investire i loro soldi nei giardini privati piuttosto che in un parco pubblico. Nell’indagine del Pew Research Center emerge che essi hanno più probabilità dei liberal di affermare che è importante per loro di vivere vicino solo a ai loro simili e, rispetto ai democratici, i repubblicani tendono ad essere meno giovani, istruiti e cosmopoliti.

Insomma la questione sulla quale invita a riflettere il rapporto sembra un po’ essere quella ben nota dell’uovo e della gallina: sono le scelte urbanistiche ad esse in grado di modificare gli orientamenti individuali in relazione alla desiderabilità di un certo modello sociale o è la politica che veicola la propria idea di società anche attraverso gli strumenti dell’urbanistica?

Riferimenti

Pew Research Center for People & the Press, Political Polarization in the American Public.
Ben Adler, Why liberals like walkability more than conservatives, Grist, 13 giugno 2014.
Sullo stesso argomento si veda anche, M. Barzi, La città è di sinistra e la campagna è di destra?, Millennio Urbano, 8 marzo 2013.

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