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Vittorio Emiliani
Le critiche tedesche sui restauri
8 Marzo 2010
Terremoto all'Aquila
Dure censure da fonti competenti sull’intera operazione di restauro dei beni culturali nelle zone terremotate. Da L’Unità, 8 marzo 2010 (m.p.g.)

In Abruzzo “la sostanziale dipendenza delle massime istituzioni tecniche dei Beni Culturali dalla Presidenza del Consiglio, organo eminentemente politico, ha lasciato non pochi strascichi e perplessità”, col “sorprendente disinteresse della Protezione Civile a servirsi della collaborazione di istituzioni e persone altamente qualificate”. Così l’autorevole rivista d’arte tedesca “Kunst Chronic” nel rapporto sull’Aquila e dintorni di due validi studiosi Valentino Pace (Università di Udine) e Andreas Thielemann (Biblioteca Hertziana), con molte schede puntuali. Sono i frutti del ribaltamento - voluto, per ignoranza ed esibizionismo, dal presidente Berlusconi - dei criteri seguiti in Umbria-Marche dove la Protezione Civile si occupò dei soccorsi, mentre per monumenti e centri storici la regìa fu del Ministero: direttore generale Mario Serio, commissari tecnici e Soprintendenze.

Qui, invece, nota “Kunst”, non si è nemmeno risposto alle offerte delle Facoltà di Lettere e di Ingegneria dell’Aquila, e delle Scuole di specializzazione della Sapienza (Beni culturali e Restauro). Rimandati a casa gli “Amici di Cesare Brandi”, in testa Giuseppe Basile gran coordinatore dei restauri in Assisi, e niente tecnici qualificati accanto ai volontari. Per questo le macerie sono ancora lì e la ricostruzione dell’Aquila è ferma. “Gravissima”, notano Pace e Thielemann, “resta la situazione di tutti gli edifici scoperchiati, lo stesso Duomo, S.Maria di Collemaggio e S.Maria Paganica, le cui macerie, già bagnate dalla pioggia e comunque minacciate dai rigori invernali, debbono essere ancora attentamente vagliate”. Insomma, un autentico disastro.

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