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Francesco Pintore
Coste, la rivolta parte dai Comuni
14 Marzo 2006
Articoli del 2004
Vita difficile per Soru e la sua coraggiosa azione per la salvezza delle coste sarde. A Budoni si è svolta la prima assemblea dopo il sì del Consiglio regionale, come informal'Unione sarda del 28 novembre 2004. La posizione della destra è chiara e non meraviglia nessuno. Incredibile l’atteggiamento degli autorevoli esponenti dei DS. Qualcuno li sconfesserà, da Cagliari o da Roma?

Quella legge non gli piace. L'ha detto nei giorni scorsi e l'ha ribadito ieri. Gianni Nieddu, sindaco diessino di Budoni, sembra un po' imbarazzato quando Mauro Pili, Matteo Sanna e Fedele Sanciu sparano a zero sulla maggioranza di centrosinistra che governa la Regione. Il primo cittadino del centro gallurese arriva alle 10.45 nell'aula consiliare, ma non si avvicina ai tre consiglieri del centrodestra che hanno scelto Budoni come prima tappa di una protesta contro le nuove norme approvate pochi giorni fa dal Consiglio regionale in materia di urbanistica nelle zone costiere. Nieddu prende posto nelle ultime file. Poi quando Pili e soci concludono i loro interventi si avvicina al microfono e tuona parole pesantissime contro la Giunta Soru, contro la legge appena approvata e contro i consiglieri regionali che definisce «ostaggi del presidente, che non si rendono conto che stanno facendo male ai sardi». Parole uscite dalla bocca di un diessino che l'ex sindaco di Iglesias accoglie con misurata gioia.

«Non posso che esprimere il mio apprezzamento per quanto sta facendo l'amministrazione comunale di Budoni ? dice Pili ? abbiamo voluto iniziare in questo paese un viaggio che ci porterà in tanti altri centri della Sardegna. Budoni è un paese-simbolo. Sindaco e consiglieri si sono svincolati dai partiti per portare avanti una battaglia importantissima, per denunciare una legge che blocca lo sviluppo». L'ex presidente della Regione è convinto che dietro la legge approvata dal Consiglio nei giorni scorsi si nasconda una grande speculazione. Non dice chi ci sarebbe dietro, ma fa capire che nei prossimi giorni - carte alla mano - renderà pubblici una serie di documenti (atti notarili compresi) relativi a operazioni «nei 300 metri dal mare dove le ristrutturazioni sono sempre state vietate». Nell'aula consiliare c'è tanta gente. Segno che a Budoni l'argomento è particolarmente sentito. C'è anche qualcuno che chiede a Pili chiarimenti su come fare i ricorsi. «A chi si deve rivolgere un privato che si vede bloccata la lottizzazione?», domanda. «In primo luogo al Tar, poi al Consiglio di Stato e infine al presidente della Repubblica», risponde il consigliere regionale di Forza Italia. Poi la parola passa a Gianni Nieddu

Il sindaco è un po' emozionato. Da qualche settimana ha preso le distanze dal suo partito e non lo nasconde. «Nessuna segreteria politica ci condizionerà ? dice ? io sono di sinistra, ma allo stesso tempo sono anche uno spirito libero. Non prendo ordini da nessuno. Sono convito che la vera risorsa è l'edilizia. Noi avevano delle convenzioni che devono essere rispettate. Ne va di mezzo lo sviluppo di questa zona. Servono posti letto, alberghi. Con questa legge si blocca tutto. Bisogna modificarla. Non ci tireremo indietro se ci sarà da presentare un ricorso al Consiglio di Stato». Gianni Nieddu in questi giorni ha pensato anche alle dimissioni dalla carica di sindaco. «Ma non è giusto nei confronti della gente che ci ha votato ? sottolinea ? noi siamo con la gente in questa battaglia. Vogliamo invitare il relatore di questa legge, gli chiediamo di venire qui a Budoni per darci delle spiegazioni. Non si capisce bene cosa si voglia salvare».

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