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Emanuela Minucci
In bilico l’ultimo Piano
18 Febbraio 2008
Torino
Se il grattacielo passerà,sarà con i voti della destra. Da la Stampa,Torino,28 ottobre 2007

In bilico sul grattacielo. O meglio, sulla variante al Piano regolatore che consentirà a Intesa-Sanpaolo di costruire la torre più alta d’Italia proprio a due passi dalla stazione Porta Susa. Non è bello ritrovarsi a passeggiare sul cornicione del segno architettonico firmato Renzo Piano. Un’opera che farà ombra alla Mole (e al Pirellone), ma che per ora mette le vertigini solo alla maggioranza Chiamparino.

E’ di ieri infatti l’annuncio - da parte della cosiddetta «sinistra radicale» («Rifondazione Comunista», «Sinistra democratica» e «Comunisti Italiani») - che, allo stato attuale delle cose, proprio come i Verdi - questi gruppi non voteranno la variante al Prg. E così, se proprio il sindaco Chiamparino vorrà condurre in porto il progetto, dovrà ricorrere ai voti dell’opposizione. Un favore che, «trattandosi del grattacielo - ironizza Michele Coppola di Forza Italia - gli faremo cadere dall’alto, in cambio di precise garanzie, per esempio, sulle ricadute occupazionali». Ma le perplessità non restano circoscritte a quei gruppi che per tradizione danno filo da torcere all’assessore all’Urbanistica Mario Viano. E’ noto infatti che la sinistra radicale non gradisca un piano regolatore sottoposto a un balletto di modifiche (120 per la precisione). Ma non basta: ci sono perplessità anche nello stesso gruppo dell’Ulivo. Piera Levi Montalcini, per esempio, fa notare che «questo continuo gioco al rialzo dell’altezza della torre è inaccettabile: avevamo fissato 100 metri e 100 devono rimanere».

La replica del sindaco

Gli ambientalisti che tanto osteggiano l’arrivo della torre, dunque, Paolo Hutter in testa, possono prendersi un po’ di fiato: la discussione per dare il via libera al grattacielo si preannuncia lunga e laboriosa. «E’ giusto che si discuta e si discuta nei dettagli - replica il sindaco Chiamparino - basta però che ragioni senza far ricorso a pregiudizi ideologici». Contro-replica di Rifondazione comunista: «Nessun pregiudizio, ma così com’è il grattacielo non ci va bene e non lo voteremo» spiega il capogruppo Luca Cassano. Pretende di vederci più chiaro anche Monica Cerutti di «Sinistra Democratica»: «Tutti danno per scontato l’arrivo del grattacielo, al punto da organizzare su quel progetto una mostra - fa notare polemica -. Ma lo sa, la gente, che per realizzarlo dobbiamo approvare una variante al prg?».

Il referendum di Viale

La proposta del presidente dell’Associazione Adelaide Aglietta è solo una: «Questa novità urbanistica ha una portata troppo grossa per essere liquidata in Consiglio comunale - attacca Viale - c on i suoi 200 metri la torre del Sanpaolo sarà l’edificio più alto d’Italia, è quindi materia per un referendum popolare: il sindaco dovrebbe attivarsi per promuoverlo, si tratta di una decisione cruciale che cambia radicalmente l’aspetto della città».

Il «sì» del centrodestra

Come spesso accade quando un provvedimento fa storcere il naso alla sinistra, raccoglie il consenso pressocchè unanime del centrodestra. Che gongola all’idea di vedere il sindaco Chiamparino costretto a chiedere i voti-soccorso dell’opposizione. «La variante per il grattacielo deve rappresentare l'occasione per riaffermare la centralità di Torino nel progetto industriale della nuova banca - spiegano Daniele Cantore e Michele Coppola di Forza Italia - abbiamo sentito tanti impegni verbali ma nei fatti tutti sanno che Intesa-Sanpaolo si è spostata a Milano». Incalzano: «Noi voteremo sì a patto che i vertici di "San Intesa" dimostrino un nuovo e maggiore impegno verso le istituzioni ma soprattutto verso i torinesi».

«Sì» incondizionato «ma i voti ce li deve chiedere Chiamparino in persona» da parte di Alleanza nazionale, come spiega il capogruppo Agostino Ghiglia: «Noi vogliamo una città piena di grattacieli, perché sono l’espressione di una metropoli moderna, prosperosa, piena di lavoro e progetti: ma faremo pesare l’importanza del nostro voto». D’accordo con l’idea di fare nascere su Spina 2 la torre del Sanpaolo anche Dario Troiano del gruppo Libertà (seguace della Brambilla), mentre l’Udc, voce fuori dal coro, - come spiega Federica Scanderebech - risponde con un netto «no, senza se e senza ma». Come finirà? Forse l’idea di Viale è l’unica in grado di sbrogliare la matassa.

Nota: in allegato, per maggiore informazione, la motivata posizione di Legambiente sul progetto per il grattacielo (f.b.)

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