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Le rendite nel programma dell’Unione
25 Agosto 2007
2006-Verso le elezioni
Pubblichiamo di seguito alcuni stralci del programma dell’Unione per l’Ulivo. I neretti sono nostri

Le cause del declino che investe il sistema paese sono molteplici:

- la specializzazione dell’Italia in settori esposti alla concorrenza dei paesi emergenti e la sua de-specializzazione in settori ad alta tecnologia;

- la piccolissima dimensione aziendale e la definiva scomparsa di grandi imprese, l’elevato peso dei settori protetti in cui si lucrano rendite elevate e il conseguente abbassamento della propensione a competere;

- l’arretratezza, la protezione e l’alto costo dei servizi acquistati dalle imprese (energia, trasporti, servizi bancari e assicurativi) e dai lavoratori (distribuzione commerciale) che tengono alto il costo del lavoro e basso il salario reale;

- una domanda/offerta di conoscenza tecnologica inadeguata a un maggior sviluppo delle alte tecnologie; un’offerta di formazione inappropriata e una scarsa attenzione ai “giacimenti nascosti” (giovani e donne) dell’offerta di lavoro;

- alti costi e bassa qualità delle infrastrutture (logistica, acqua, ambiente);

- un sistema legale e amministrativo costoso e confuso, anche per eccessi di decentramento regionale;

- un’inadeguatezza delle competenze degli organi di governo dell’economia;

- un sistema fiscale che penalizza il reddito di impresa rispetto alla rendita finanziaria.

p. 119-120

Dobbiamo infine attuare una nuova politica della concorrenza che miri a:

- ridurre le rendite e la convenienza all’impiego di capitali nei settori che le alimentano tali rendite (immobiliare, autostrade, ecc.);

- favorire l’emergere di nuove attività di servizio avanzate in settori a forte domanda e aperti a grandi innovazioni tecnologiche e organizzative (sanità, ambiente, sicurezza, formazione, logistica, ecc.);

- ridurre il costo dei servizi alle imprese e ai lavoratori (energia elettrica, distribuzione commerciale, professioni);

- favorire la trasparenza e la legalità dei mercati per incentivare gli imprenditori a concorrere attraverso l’innovazione e la qualità del prodotto;

- una nuova governance per le politiche di sostegno alla competitività e allo sviluppo.

(p. 121)

Il governo di centrodestra ha attuato condoni edilizi, ha realizzato tagli dei finanziamenti per gli enti locali e per il trasporto pubblico, ha favorito un’abnorme crescita delle rendita immobiliare, ha ridotto i fondi per la difesa del suolo; ha indebolito la tutela del paesaggio e del patrimonio storicoculturale, le politiche di governo del territorio e di gestione urbanistica attaccandone sistematicamente la gestione ed il controllo pubblico. Ha alimentato altresì un drastico peggioramento delle condizioni sociali indebolendo le politiche di coesione ed inducendo nuove criticità in numerose aree urbane.

p. 144

In questi anni si è realizzato un drammatico impoverimento del potere d’acquisto dei redditi medio-bassi. Ma è anche stato riconosciuto un vantaggio fiscale alla rendita piuttosto che ai redditi prodotti dalle imprese. Dobbiamo invertire questa situazione attraverso una politica fiscale che realizzi:

- il sostegno alle responsabilità familiari attraverso la riforma degli assegni al nucleo familiare con una correlata revisione dell’IRPEF, ispirata al recupero di una maggiore progressività fortemente ridotta dalle riforme del centrodestra; a tal fine, si dovrà mettere in atto il principio della universalità del diritto di ricevere contributi alle responsabilità familiari, anche se in modo selettivo rispetto al reddito e alle condizioni economiche. Attualmente questo diritto è riconosciuto solamente ai lavoratori dipendenti. Al posto degli attuali assegni e delle attuali deduzioni sarà organizzato un unico trasferimento condizionato dalla situazione economica familiare;

- la restituzione del fiscal drag;

- la uniformità del sistema di tassazione delle rendite finanziarie a un livello intermedio tra l’attuale tassazione degli interessi sui depositi bancari e quella sulle altre attività finanziarie, con l’esclusione dei redditi di piccoli patrimoni , in coordinamento con l’imposizione societaria e la tassazione di dividendi e plusvalenze azionarie;

- la riforma del catasto in modo da rendere coerenti i valori e le rendite con i valori di mercato dei cespiti immobiliari e la contestuale revisione delle aliquote al fine di non inasprire il prelievo complessivo, soprattutto sulla prima casa;

- il ripristino della tassa di successione per i grandi patrimoni.

p. 203-204

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