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Laura Benigni
Un “premio eddyburg” per la stampa
12 Maggio 2007
Scritti ricevuti
Una proposta interessante. Che ne pensano i frequentatori di questo sito?

Il tema della presenza/assenza del governo del territorio sulla stampa è affascinante e merita molta attenzione, forse è un tema eluso a livello mediatico soprattutto in Italia, quanto e come il tema della scienza. E’ possibile che qualcosa stia cambiando negli ultimi anni, per merito di una evoluzione virtuosamente festivaliera. Gli strepitosi successi delle notti bianche, dei festival della letteratura, dei festival della scienza, dei festival della filosofia, dei festival della matematica, dei festival del cinema, dei festival della fotografia, dei festival dei giovani, dei festival della felicità, dei festival della economia, non so se raccontino che ha ragione Rifkin quando afferma che il lavoro è finito, ma certo sembrerebbero raccontare che la vita è un festival gradito e gradevole per tutti o per lo meno per quelli che hanno il tempo di animare in qualsiasi modo i festival, in un continuum che va da Sanremo all’economia.

A questo punto mi sembra che qualcosa di molto divulgativo sul tema del territorio potrebbe riguardare proprio i segni di cambiamento positivo di attenzione e sensibilità sulla stampa nazionale e locale.

Sarebbe interessante pensare ad un “Premio Eddyburg” da conferire ogni anno alla stampa locale che più frequentemente e adeguatamente illumina i molti aspetti delle scienze del governo del territorio.

Per fare un esempio:

La pagina 16 del Corriere dell’Umbria di mercoledì 11 aprile riguarda

Amelia (provincia di Terni) e parla con tanto di schede , spiegando che cosa sono le “opere di urbanizzazione” a proposito di una indagine della Corte dei Conti sulle attività degli ultimi venti anni delle varie amministrazioni che hanno concesso licenze edilizie senza che venissero fatti i completamenti delle opere di urbanizzazione per i nuovi insediamenti. Ma, intanto “il Comune non potrà fare neppure un euro di sconto sulle necessarie opere di urbanizzazione”

La stessa pagina parla di un rifiuto di una o più amministrazioni della valle del Tevere (Giove, Terni) di chiedere la valutazione di impatto ambientale per un nuovo insediamento industriale piuttosto mostruoso dal punto di vista geologico e paesaggistico, attaccato al Tevere e alla autostrada. “Travisud, c’è il nodo dell’impatto ambientale”

E ancora, abbattimento di una quercia secolare perché disturbava una stalla, autorizzato dalla comunità montana invece che dalla forestale ad Amelia.

E così via, amministrazione (Alviano, Terni) che si giustifica dall’essere soprannominata “motosega selvaggia” perché, taglia, ma ripianta nuovi alberi da un’altra parte.

Piacevolissimo il commento ironico della giornalista: “Insomma, avviene anche così nella vita. Da una parte si taglia, dall’altra si pianta. Spesso è questione di specie. Passata l’epoca dei pini marittimi, per cui i tempi si son fatti duri, è l’ora dei tigli e degli elci.”

Credo che se esistesse un “Premio Eddyburg” regionale o nazionale qualcuno di questi articoli firmati da tre diversi autori, meriterebbe una segnalazione. Non credo che tutti e tre, ma almeno uno, quello che ha fatto la scheda tecnica su che cosa significa il percorso amministrativo che porta alle diverse responsabilità per la esecuzione delle opere di urbanizzazione, dovrebbe essere segnalato.

Credo che in Italia mancando una alfabetizzazione diffusa alla responsabilità individuale e collettiva per i beni comuni, il percorso per divulgare l’abc delle responsabilità ambientali, ma anche il know how della gestione pubblico-privata del governo del territorio se non lo fa a sufficienza la scuola, dovrebbe farlo almeno la stampa, forse lo sta facendo, la pagina che ho citato mi sembra un segnale.

Così in attesa di scoprire che magari già esiste (nuoto piacevolmente in Eddyburg solo da ieri), le vorrei fare la proposta di pensare ad un premio per la migliore “scrittura di territorio” e/o per il più alto indice di segnalazioni sul territorio selvaggio. Se questo debba riguardare solo la stampa locale o anche la stampa nazionale credo che “gli amici di Eddyburg” siano in grado di saperlo con sicurezza e autorevolezza. Sarebbe un bel festival…e anche un bel successo, nel tentativo quotidiano di mettere le mutande al mondo!

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