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Daniela D'Antonio
Casalnuovo, blitz nel paese abusivo
2 Gennaio 2009
Elenco degli scritti
Primi passi verso il ripristino della legalità, con sottofondo d'ironia. Da la Repubblica, ed. Napoli, 27 febbraio 2007 (m.p.g.)

Due arresti per il sacco urbanistico di Casalnuovo. Alle sette di ieri sera i carabinieri hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Nola nei confronti del costruttore Domenico Pelliccia e di Giovanni Raduazzo, un tecnico di sua fiducia.

I due sono ora agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni. Il gip ha ritenuto quest´ultima una misura cautelare adeguata, respingendo la richiesta di reclusione avanzata dai giudici.

I due sono accusati di falso per soppressione di atti pubblici: secondo l´accusa avrebbero fatto sparire i documenti che riguardano 38 domande di condono edilizio per poi farle ricomparire, a tempo debito, profondamente modificate nella sostanza, così da ottenere la sanatoria.

E ancora: secondo la Procura di Nola - l´indagine è condotta dai pm Giuseppe Visone e Carmine Renzulli, ma è l´intera struttura guidata dal procuratore capo Adolfo Izzo e dal suo vice, il procuratore aggiunto Francesco Greco, a seguire molto da vicino una faccenda che hanno definito scandalosa - si sarebbero macchiati anche di falso in atto pubblico falsificando numerosi bollettini di versamento dell´oblazione e degli oneri concessori che si versano nelle casse del Municipio quando si richiede un condono.

Nei confronti di Pelliccia e Raduazzo si procede anche per reati edilizi, truffa aggravata ai danni degli acquirenti e per falsità ideologiche in atti pubblici.

Pelliccia è il legale rappresentante della società "Vi. Sa. Gi.", l´impresa edile che ha realizzato i 47 alloggi di via Filichito, villette a schiera completamente abusive e vendute, quasi tutte, a ignari acquirenti. Un affare da otto milioni di euro.

«Siamo solo all´inizio di una inchiesta che, speriamo, porterà numerosi sviluppi», commentano nel palazzo di giustizia di Nola. E c´è da giurarci che scoperchiata la pentola degli abusi nelle prossime ore giungeranno importanti novità.

I giudici credono che dietro il sacco urbanistico di Casalnuovo ci sia una regia all´insegna del malaffare. Nessuno pronuncia chiaramente la parola "camorra" ma è ovvio che le indagini puntano a smascherare eventuali connivenze con i clan che operano nella zona.

Un business milionario per trentotto compravendite realizzate in maniera spudorata: le foto degli immobili fuorilegge erano esposte nelle vetrine di alcune agenzie immobiliari della zona, le visite dei probabili compratori avvenivano senza premure. Vendite garantite da atti apparentemente ineccepibili: i notai hanno eseguito i rogiti senza obiezioni e le banche hanno concesso i mutui con altrettanta facilità.

Come sia stato possibile tutto ciò lo racconta proprio l´impianto accusatorio della Procura di Nola: i giudici hanno svelato il sofisticato meccanismo messo in atto dai due con la complicità, forse, di altre persone. Nel dettaglio: in vista del condono edilizio del 2003 avrebbero depositato pratiche edilizie per sanare la costruzione dei 47 appartamenti di via Filichito attestando che i lavori, così come previsto dalle norme per accedere alla sanatoria, erano stati completati entro il 31 marzo di quell´anno. Non era così, le costruzioni erano poco più che scheletri di cemento armato, e l´indagine della Procura di Nola li ha smascherati.

Per capire come, bisogna ricordare un episodio del dicembre 2005 che all´epoca non guadagnò neanche un titolo sui giornali locali. Un curioso furto, la sparizione dal Municipio di Casalnuovo di 132 domande di condono.

Tra queste c´erano anche quelle di via Filichito. Perché? Facendo sparire i documenti, il costruttore e il suo tecnico di fiducia, si sarebbero riservati la possibilità di riconsegnare la documentazione integrata delle foto "aggiornate" con la conclusione dei lavori che avrebbero mostrato palazzine completamente rifinite. Lavori eseguiti dopo il 31 marzo del 2003 e dunque fuorilegge.

«Per quanto riguarda gli abusi edilizi il mio cliente è reo confesso - ammette Filippo Trofino, legale di Domenico Pelliccia - per quanto riguarda le accuse più pesanti, per le quali è previsto l´arresto, mi riservo di valutare l´ordinanza prima di esprimermi».

Attendismo, dunque, in vista degli interrogatori. Parole rispettose nei confronti della Procura senza rinunciare, però, a un po´ di ironia: «Il mio cliente è tranquillo, gli arresti domiciliari gli garantiranno un po´ di riposo dopo la frenetica attività di costruzione degli ultimi anni. Ha evidentemente lavorato notte e giorno e giustamente gli tocca un po´ di riposo».

Conferma la disponibilità già espressa a risarcire gli acquirenti? «Certamente - dice l´avvocato - ma da quello che sappiamo noi non vogliono il risarcimento del denaro ma le case. Pelliccia è un ottimo costruttore, lavora con scrupolo e le sue costruzioni sono realizzate ad opera d´arte e dunque molto richieste».

Peccato siano abusive. «Sì, però sono realizzate con scrupolo».

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