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Lotta dura per distruggere la Liguria con una maggiore cubatura
30 Novembre 2008
Liguria
Marco Preve, Luciano Angelici e Donatella Alfonso informano sulle follie degli architetti sfasciacittà e degli amministratori bambini, alleati per distruggere ciò che resta della Liguria. Da la Repubblica, edizione di Genova, 7 febbraio 2007

Liguria, la disfida delle due torri

di Marco Preve

Ventitré piani per un totale di 105 metri, affacciati sulle serre della piana Podestà, sul rettilineo che da Prà porta a Voltri, dove, secondo il progetto di Fabio Pontiggia, dovrebbero sorgere un albergo su sette piani e diciassette piani di residenze. E poi parcheggi, pertinenziali e non, aree commerciali e verde: il tutto per impegnare 16.440 metri quadri di spazi. Il progetto non è ancora approdato in consiglio comunale ma le polemiche divampano già accesissime. E se i produttori di basilico obiettano che la grande costruzione finirà per fare ombra alle preziose piantine, molti abitanti si dichiarano pronti a fare le barricate contro quello che considerano un vero e proprio mostro.

In Comune, a Savona, è arrivata invece ieri la complessa vicenda della Margonara, dove l’architetto Massimiliano Fuksas ha in mente di costruire un’altra, imponente torre a presidiare il nuovo porto turistico. Per difendere la propria creatura, ieri, Fuksas ha arringato proprio i consiglieri comunali. Uno show, il suo, che ha finito per dividere ancora una volta la stessa maggioranza di centrosinistra.

SAVONA - Più che un tecnico che si sottopone ad una commissione esaminatrice, pare il discorso ai discepoli. Ieri pomeriggio, l’architetto Massimiliano Fuksas, assieme al suo committente, l’ingegnere genovese Giovanni Gambardella, avrebbero dovuto confrontarsi con il consiglio comunale di Savona - aperto al pubblico che ha risposto in massa - per la prima di tre sedute straordinarie che il sindaco Federico Berruti ha voluto dedicare, sposando la linea dell’assoluta trasparenza, al progetto Margonara. Si tratta dell’intervento per 90 milioni di euro per porto turistico con grattacielo da 120 metri osteggiato dagli ambientalisti. Il contesto avrebbe dovuto quindi essere quello di assoluta neutralità. E’ andata un po’ diversamente, complice anche l’impressionante curriculum dell’architetto, la sua indubbia capacità oratoria, e, a far buon peso, le direttive di partito.

Anche se alla fine i consiglieri dovranno decidere sulle carte e sui numeri, parrebbe che, al momento, le uniche problematiche connesse, seppur indirettamente all’operazione, riguardino Pierre Noiray, il socio francese di Gambardella. La magistratura di Nizza sta per chiudere l’inchiesta che quattro anni fa lo portò in prigione. Una storia, anche, di false fatture pagate ad un tecnico d’oltralpe per consulenze riguardanti porti turistici in Tunisia e in Italia. Tra le carte all’esame dei giudici nizzardi ci sarebbero anche quelle della Margonara. Vicenda che in nessun modo coinvolge Gambardella.

Torniamo a Savona. «Vi ringrazio - ha detto Fuksas ai consiglieri e al pubblico - di avermi fatto l’onore di essere qui per partecipare a questa riflessione sull’architettura». Ha nuovamente attaccato la concezione urbanistica che punta a replicare il «solito tipico borgo ligure», ha illustrato la sua teoria del «concentrare l’insediamento in un’unica soluzione, uno spillo, una puntura», il grattacielo da 120 metri. Poi ha spiegato che tutto è relativo, le misure vanno confrontate con ciò che ci circonda, ad esempio con le navi di oggi alte fino a 70 metri. Ha illustrato con tono coinvolgente la sua filosofia:»E’ l’architettura iconica ciò di cui hanno bisogno le città. E’ la riscoperta del mondo delle emozioni. Quella che si prova entrando a SanSofia a Istanbul». E domani nel grattacielo in cui si spera di convogliare qualcuno «degli 800mila croceristi che partono ogni anno da Savona». Con Gambardella - che ha più volte scherzato sulle parcelle dell’architetto, e a tal proposito pare che a Fuksas vada circa 1 milione mezzo di euro di compenso - ha ricordato che l’opera è prevista dalla Regione in un’area degradata. Infine non ha mancato di sottolineare la sua amicizia con Umberto Veronesi, i suoi lavori per il water front di Marsiglia, la rubrica su l’Espresso, la sua ultima mostra visitata da 15 mila persone. Con nonchalance, come a dire che ai giornalisti importa soprattutto il nome celebre, ha detto «se gli imprenditori avessero fatto il villaggio alla ligure la stampa non se ne sarebbe neppure accorta».

Quando ha concluso, metà del pubblico e dei consiglieri hanno applaudito. Un signore ha ricordato al presidente del consiglio Marco Pozzo che se si consentiva l’applauso bisognava anche tollerare i fischi. Pozzo ha chiuso bruscamente e si è rivolto all’architetto: «La ringraziamo per la fantastica presentazione».

Sullo stesso tono il capogruppo Ds Roberto Decia: «Oggi è una giornata storica perché questo consiglio ospita uno dei più grandi intellettuali italiani. E lo dico senza piaggeria». Per il resto, a parte Patrizia Turchi e Alessandro Parrino - di A Sinistra per Savona e An - , da maggioranza e opposizione, qualche domanda sulla viabilità («il porto sarà l’occasione per trovare delle soluzioni») e ringraziamenti all’architetto.

Anche se l’approvazione sembrerebbe cosa fatta, restano due incognite. Intanto il modo in cui il sindaco Berruti guiderà la discussione e la riflessione. E poi la posizione di Rifondazione Comunista. Franco Zunino, savonese, assessore regionale all’ambiente, otto mesi fa disse che l’operazione Margonara non si doveva fare. E all’interno del partito oggi c’è chi chiede, in caso di approvazione del progetto, l’uscita di Rifondazione dalle maggioranze comunali e regionali.

Business da 100 milioni sotto la luce del superfaro

di Luciano Angelini

SAVONA - Carte in tavola. Massimiliano Fuksas si è presentato al tavolo o alla sbarra, a seconda degli schieramenti, ad illustrare la sua torre-faro di 120 metri e tutto quello che ci sarà dentro e attorno, ovvero a spalancare il sipario sul progetto del «suo» porto turistico con Torre che sfida il cielo e le ire di ambientalisti e sinistra radicale, che da questa parti sta nella maggioranza, larga parte della quale, Ds in testa, è schierata sul fronte del «sì». Lo ha fatto, nell’arena di Palazzo Sisto IV, a memoria mai così affollata, a consiglio comunale (e non solo) schierato. All’esterno striscioni e volantinaggio dei verdi e banchetto per la raccolta di firme contro il progetto. Un momento molto atteso dai vari fronti, fortemente voluto dal sindaco Berruti per offrire ai consiglieri motivi di verifica, riflessione e analisi in vista delle «tre giornate» di assemblee aperte del 15, 22 e 25 febbraio per le audizioni di enti, associazioni, categorie economiche e sindacati.

Un «martedì da leoni» per Massimiliano Fuksas, architetto e urbanista, 63 anni appena compiuti, nato a Roma, origini lituane, preferenza per Rifondazione nell’ultima tornata elettorale. Il suo palmarès parla da solo con opere firmate, quasi sempre in verticale, da Salisburgo (Europark) a Jaffa (Centro della Pace), a Bordeaux (Maison des Arts), Vienna (Twin Towers), Nagasaki (sistemazione dell’antico porto) a Ginevra (Place des Nations).

La filosofia e gli obiettivi del suo progetto di porto turistico, torre compresa? "Proseguire la sistemazione del fronte mare tra la vecchia darsena e il litorale di Albissola Marina, prevedendo un riassetto paesistico ed un recupero di un’area degradata. L’obiettivo è quello di individuare un mix di funzioni che rendano il porto turistico fortemente legato sia agli abitanti che ai turisti con strutture polifunzionali, tali da rendere l’area un punto di forte richiamo. E al tempo stesso di amalgamare l’aspetto turistico-ricettivo tipico dei porti turistici con quello di polo ricreativo per la città, con destinazioni d’uso diversificate in grado di attrarre non solo il territorio savonese ma anche, in occasioni particolari, bacini di influenza più estesi".

Fuksas, architetto e affabulatore smaliziato, nel suo progetto mostra attenzione a chi teme per le sorti della Madonnetta, che lui ha chiamato Madonnina, il grande scoglio, oasi per gabbiani e di cormorani, tra Savona e Albissola. Attorno agli scogli della Madonnetta, per fare sì che il nuovo porto mantenga le radici nella tradizione del territorio, è previsto uno specchio d’acqua di rispetto dove saranno ospitati natanti di piccola dimensione, tradizionalmente legati alle associazioni locali di pescasportiva".

Ecco i numeri del progetto: investimenti, 100 milioni di euro: attività commerciali, artigianali e servizi, 6.186 metri quadrati; attività ricettive (albergo nella torre), 4.875 mq; attività ricettive (residence), 5.225; parcheggi in struttura, 1.170; parcheggi a raso, 220; posti barca, 700 (anche per yacht di grandi dimensioni).

Albergo. E’ localizzato nella Torre (altezza esatta 123 metri). Il piano terra e i primi piani sono destinati ad attività completamente aperte al pubblico. Il sistema alberghiero vero e proprio è previsto ai piani superiori. "Si tratta - afferma Fuksas - di una struttura ricettiva di qualità in grado di ospitare eventi congressuali e dello spettacolo, con spazi interni all’aperto, e di rispondere ai massimi livelli del turismo legato ad attività aziendali e di lavoro. All’ultimo piano è previsto un ristorante panoramico aperto al pubblico".

Polo ludico-ricreativo. L’obiettivo, secondo Fuksas, è quello di "consentire a cittadini, turisti giornalieri e non, utenti delle crociere, di potersi recari al porto per un periodo limitato, anche di poche ore, o di soggiornarvi per una breve vacanza".

Queste le attività previste. Ristorazione: bar, ristoranti di qualità e livello diverso, innovativi o tradizionali, per un pasto veloce o per un pranzo di lavoro o di rappresentanza.

Attività culturali: spazi per esposizioni, sale da musica, di incisione e sale prove per attività musicali e di recitazione, ludoteche, biclioteche.

Wellness-fitness: piscine, palestre, centri benessere.

Attività sportive: scuole di vela, surf, canoa, palestra, mini campi di calcio.

Attività commerciali: negozi legati al turismo nautico e per i visitatori occasionali del porto

Ventitré piani sopra il basilico

di Donatella Alfonso

«MA LA TORRE fa ombra al basilico!». Beh, ventitré piani per un totale di 105 metri, affacciati sulle serre della piana Podestà, sul rettilineo che da Prà porta a Voltri, sicuramente un po’ d’ombra la fanno. Ma soprattutto, obiettano in zona, spunta come uno strano fungo, ben al di sopra delle costruzioni circostanti; appena a valle del casello della A10, di fronte al Vte. E se la riqualificazione dell’area ex Verrina, dopo quasi vent’anni di attesa, è ora pronta al decollo (il progetto di schema urbanistico firmato dall’architetto Fabio Pontiggia, approvato in giunta, è arrivato al primo esame in circoscrizione), è proprio la torre a far storcere il naso ai comitati del Ponente e a creare non poche perplessità nella circoscrizione stessa, prima ancora che il progetto approdi in consiglio comunale. Un albergo su sette piani, diciassette piani di residenze al di sopra; e poi parcheggi, pertinenziali e non, aree commerciali e verde: il tutto per impegnare 16.440 metri quadri di spazi e rilanciare una zona un po’ più vasta, adesso totalmente abbandonata e occupata dalle strutture in ferro dell’ex stabilimento metalmeccanico Verrina, situata tra l’Aurelia e le case di via Ventimiglia, appena dopo l’uscita autostradale di Voltri. A compiere l’operazione si è candidato il gruppo Grandi Lavori Fincosit, a cui appartiene l’area; committente risulta l’impresa Salati.

Area strategica per un insediamento di qualità, inserita nel Puc come zona di trasformazione; il Sau (cioè lo schema di assetto urbanistico) approvato dal Comune parla di «recupero qualificato delle aree urbane costiere del ponente cittadino in relazione con i processi di consolidamento e sviluppo delle attività portuali». Bene, ma c’era proprio bisogno di una torre così alta? «Non è mica l’unica del ponente - sbotta Arcadio Nacini, portavoce dei comitati e consigliere comunale del Prc - A parte le tre di Fiumara e la torre Elah di Pegli, ci sono progetti per altre due costruzioni molto alte nell’area Enel di fronte a Fiumara, e una a San Benigno. Paradossalmente, è "colpa" del fatto che, nella nuova mappatura dei rischi geologici fatta circa cinque anni fa dalla protezione civile nazionale, la zona centrale ligure non risulta sismica, e quindi non ci sono vincoli sull’altezza degli edifici. Non solo: non è più obbligatorio fare strutture metalliche di sostegno, perciò, si va su con il cemento, con un costo decisamente inferiore... «.

Ma tra Prà e Voltri, il problema dov’è? «Il problema sta nel fatto che già nel Prg del ‘97 c’erano vincoli vari - elenca Nacini - Ad esempio avevamo chiarito di non volere un insediamento commerciale di tipo alimentare di grandi dimensioni; inoltre, la stessa circoscrizione aveva fatto ratificare l’obbligo che l’albergo non fosse più alto delle case circostanti; ci sono state poi varie modifiche, accolte anche in Comune, accuse e controdeduzioni sia dei progettisti che dei Comitati del ponente. È finita che ora, nel progetto, ufficialmente l’albergo è all’altezza giusta, cioè i primi sette piani; peccato che sopra ci siano le case». Ci sono stati incontri pubblici in circoscrizione, i malumori si sono fatti sentire, sia per via dell’ombra sul basilico, che a Prà è coccolato come un bambino, sia per la presenza di un edificio decisamente fuori misura. E un parere la circoscrizione non l’ha ancora elaborato. Peraltro, gli aspetti di criticità di cui la progettazione deve tener conto, secondo le prescrizioni del Comune, sono molto precisi: il fronte sull’Aurelia, l’imponente muro di confine con le serre di Villa Podestà. Previsto uno spazio pedonale e di verde, una vera piazza pubblica, a fare da snodo ai vari insediamenti: al centro dei quali sarà la torre residenziale. Non è esclusa, specialmente per la sistemazione dei parcheggi, la riutilizzazione dei vecchi capannoni in ferro della ex Verrina, a fare da testimonianza alla storia dell’area. Si vedranno bene dalla cima della torre...

Sulla torre di Fuksas e altre schifezze savonesi vedi un altro articolo di Luciano Angelini (la Repubblica), un articolo di Sara Menafra (manifesto), alcuni articoli sui porticcioli turistici (la Repubblica), e un intervento sulla costa savonese e altro di E. Salzano (convegno Italia Nostra a Savona)

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