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“Lettera da Fedora”
1 Febbraio 2007
Lettere e Interventi
Simone Paoletti, Roma

"In ogni epoca qualcuno, guardando Fedora qual era, aveva immaginato il modo di farne la città ideale, ma mentre costruiva il suo modello in miniatura già Fedora non era più la stessa di prima, e quello che fino a ieri era stato un suo possibile futuro ormai era solo un giocattolo in una sfera di vetro."

Italo Calvino - Le città invisibili

Gentile Eddyburg, Nella città di Fedora molti opinionisti scrivono degli errori compiuti nelle città altrui. Aspettano che a Fedora giunga un governo meno amico per usare la stessa accorata partecipazione. Qui i signori del metro cubo non sono mai stati così potenti. Con la destra non sarebbe andata diversamente, anzi. Ma è grazie al "governo amico" che si è approvato un piano regolatore di 70 milioni di metri cubi di cemento, che sta cancellando 15 mila ettari di campagne. Ghetti, villettopoli, centri commerciali stanno chiudendo tutti i panorami. Un disegno in cui le periferie dilagano addosso alla provincia e si moltiplica l'esercito dei pendolari, senza previsioni plausibili di trasporto pubblico su ferro o di mobilità ciclo pedonale. I risultati si vedono su ogni consolare e tangenziale fino all'estrema periferia con livelli illegali di smog, h 24. Del resto Fedora è la città più automunita del Paese con quasi quattro ruote per abitante. Degli spazi pubblici e verdi nelle periferie hanno fatto incetta i grandi e piccoli costruttori, serbatoi di voti e di lauti finanziamenti per il governo amico. Alle borgate, prive di standard urbanistici, sono addossati nuovi quartieri, ma queste operazioni di mera speculazione vengono chiamate raffinatamente "Programmi di Recupero urbano", o "Riqualificazione delle Periferie ex abusive". Vengono intitolati nuovi quartieri ai principi del mattone: il quartiere Caltagirone, il Parco Leonardo (parco edilizio-commerciale intitolato al padre dei Caltagirone). Il mercato immobiliare sale alle stelle con prezzi in aumento del 14% annuo. Sfratti esecutivi per migliaia di famiglie della città storica e della prima cinta periferica, ma nel piano regolatore non un metro cubo di edilizia popolare sovvenzionata. Per sedare le proteste dei comitati di lotta per la casa il governo amico ne concede una quota risibile (neanche il 10 %) in nuovi piani di zona approvati su aree vincolate dal Piano stesso, un'ora dopo la sua approvazione. La piaga dell'emergenza casa si trasforma in un "premio" di cubature per i palazzinari.

Capita però che commentatori e opinionisti si sveglino durante lo scrosciare di applausi per un grande evento ideato dal capo animatore Walter Veltroni.

Leggendo la sua lettera, mi viene in mente la Napoli di Achille Lauro. Ma certamente parliamo d’altro.

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