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Gian Antonio Stella
Ma due italiani su tre considerano la regolarizzazione un danno
10 Aprile 2004
Abusivismo
Gian Antonio Stella, sul Corriere della sera del 27 settembre 2003, informa sui risultati di un sondaggio tra gli italiani.

Neanche ad "Abusopoli" ci credono troppo, alla tesi che il condono servirebbe a tirar su un po' di soldi chiudendo col passato per poi dare vita a un grande progetto di risanamento delle coste e delle aree protette e delle periferie urbane. Lo dice un sondaggio dell' Abacus condotto per Legambiente. Dal quale emerge non solo la netta contrarietà di fondo della maggioranza degli italiani all' ipotesi di mettere una pietra sopra, scusate il bisticcio, agli abusi. Ma anche degli stessi abitanti di quel profondo Sud che ospita gran parte di questi abusi e i due terzi di quelli così osceni da essere destinati all' abbattimento.

Dice infatti l' inchiesta, condotta su un campione di 1.001 persone rappresentativo della popolazione nazionale (età, scolarità, regioni di residenza, dimensione del comune e così via) che anche nel Mezzogiorno più estremo e nelle isole soltanto il 34% ritiene che la sanatoria «consentirebbe di recuperare denaro per lo Stato senza aumentare le tasse». Mentre la fetta più larga della popolazione, pari a quasi il 54% (poi c' è un 11% che non sa o non risponde) è convinta che i danni sarebbero superiori ai vantaggi. Chi perché il condono «favorirebbe ulteriormente l' abusivismo edilizio nella speranza di un futuro condono» (27%) e chi perché «favorirebbe la criminalità organizzata che nell' abusivismo edilizio ha grandi interessi».

Ermete Realacci, che come presidente dell' organizzazione ambientalista aveva commissionato il sondaggio, attacca: «I numeri non lasciano spazio ad equivoci. Nessuno può far più finta di non sapere: gli italiani conoscono benissimo quali sono i rischi di una scelta come quella che pare abbia in mente il governo. E lo stesso elettorato di centrodestra offre una serie di risposte sulle quali penso che i partiti della Casa della libertà debbano riflettere. C' è da augurarsi che adesso tutti coloro che, dentro il governo e la maggioranza, hanno usato parole di perplessità e di critica sull' idea balzana di una sanatoria, si sentano più forti. E che la loro voce, una voce di buonsenso, venga finalmente ascoltata».

Che i numeri siano secchi, in effetti, è difficilmente contestabile. Apertamente a favore del condono senza perplessità sui risvolti morali e finanziari ma solo interessati a un' operazione che eviterebbe a Giulio Tremonti di dover recuperare denaro con i sistemi tradizionali spezzando l' illusione dello slogan «meno tasse per tutti», infatti, sono il 24% degli italiani. Contrari perché alimenterebbe una nuova ondata di edilizia fuorilegge il 40%, timorosi di una stagione d' oro della mafia, della camorra e delle altre organizzazioni che in certe regioni controllano spesso il settore il 25%. Percentuali che, tra gli elettori di sinistra, si accentuano vistosamente.

Contro l' ipotesi della sanatoria, per l' una o l' altra delle motivazioni enunciate dal sondaggio, si dichiarano il 77% degli elettori di Rifondazione e dei Comunisti italiani (contro un 12% scarso di favorevoli o non ostili), il 75% dei simpatizzanti della Margherita e addirittura l' 88% di chi vota per la Quercia. Una posizione così netta e radicale sotto il profilo ideologico (domandina: che c' entri qualcosa anche l' opposizione a tutto ciò che fa il governo?) da fare risaltare una qualche contraddizione con le scelte pratiche quotidiane di una miriade di regioni, città e paesi amministrati dalla sinistra dove questo scrupolo legalitario non è poi così forte. Basti pensare, per fare un solo esempio, a Giugliano, che è diventata la terza città della Campania dopo Napoli e Salerno dilagando nella campagna circostante con uno sviluppo edilizio vorticoso e largamente fuorilegge. Le più interessanti, però, sono le risposte di chi dice di riconoscersi nei partiti di governo.

Certo, tra gli elettori di Forza Italia, evidentemente i più sensibili alle promesse berlusconiane di una riduzione della pressione fiscale, l' ipotesi che il governo usi anche l' arma del condono sugli abusi pur di non «mettere le mani nelle tasche degli italiani» raccoglie meno ostilità che altrove: il 37% è d' accordo.

La percentuale di chi è consapevole degli inconvenienti, però resta sostenuta: il 30% pensa che la sanatoria invoglierebbe a nuove illegalità di massa intorno al mattone, il 21% che finirebbe per dare spazio alla criminalità che opera nel settore. Due dubbi che crescono (57% complessivo) tra gli elettori di Alleanza Nazionale, che pure ha spesso difeso in passato, come nella borgata romana della Storta, gli «abusivi per necessità», al punto che Tommaso Luzzi, dopo che s' era dato fuoco per proteggere i borgatari fuorilegge, fu premiato alle «regionali» da 7.718 preferenze.

Ma che più ancora sembrano animare la diffidenza dei leghisti. I quali, tra coloro che guardano al condono come a un incentivo per i furbi che hanno in programma nuove ondate di abusi, sono in assoluto i più ostili (quasi il 54%) dopo i diessini. Una percentuale quasi analoga a quella degli abitanti del Nordest dove i favorevoli senza riserve alla sanatoria, dice l' Abacus, sono solo il 18%. Due punti in meno che nel Nordovest.

Certo, le domande poste non erano così dirette da spingere a dire sì o no. Ma forse, oltre a quell' Italia che tira su ville abusive sull' Appia Antica o devasta le spiagge costruendo fin sulla spiaggia o lascia orrendi scheletri sulle Dolomiti, ce n' è un' altra che comincia a pensare che il Bel Paese occorre anche meritarselo...

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