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Juliette Jowitt
Il Piano Casa nel caos
23 Maggio 2006
Articoli del 2005
Problemi di sostenibilità ambientale per il grande Piano Casa nazionale britannico del Labour e di John Prescott. Come equilibrare obiettivi sociali e paesistici territoriali? The Observer, 30 ottobre 2005 (f.b.)

Titolo originale: New homes plan thrown into chaos – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

I progetti per costruire milioni di abitazioni in tutto il Regno Unito sono stati messi in dubbio dopo le osservazioni fortemente critiche di due importanti organismi governativi.

La notizia colpisce al cuore i piani del Labour per risolvere la crisi abitativa della Gran Bretagna costruendo case su ampie distese di campagna, e sarà fonte di grave imbarazzo per il governo.

Si devono realizzare oltre 4 milioni di nuove case in tutto il paese. Uno dei progetti nella regione orientale dell’Inghilterra – che riguarda 500.000 abitazioni – è considerato l’esempio simbolo.

Ma la Countryside Agency e English Nature in un rapporto reso pubblico questa settimana mettono in guardia sul fatto che questo piano mette “ seriamente a rischio” “ paesaggi e habitat di rilevanza nazionale”.

Se attuato il piano causerebbe “ danni significativi” degradando i caratteri del paesaggio inglese, frammentando gli habitat naturali, inducendo prelievi d’acqua con impatti insostenibili sull’ambiente.

Il rapporto è un grave colpo alla credibilità delle promesse governative di mettere a disposizione case a prezzi accessibili.

Le due agenzie complessivamente condannano il Sustainable Communities Plan del Labour, e altre politiche nazionali su cui si basano le strategie di sviluppo regionale. L’approccio governativo è “ contrario al concetto di sostenibilità”, affermano.

”Sembra [il governo] poco serio riguardo allo sviluppo sostenibile e alla tutela dell’ambiente, perché a quanto pare ritiene di poter fare progetti e poi attuarne dei pezzi. Le conseguenze sono un probabile degrado della qualità ambientale e di quella della vita nella regione” dice Henry Oliver della Campaign to Protect Rural England.

Ma l’Ufficio di Vicepresidenza del Consiglio difende la sua politica. “La pressione per nuove abitazioni non è determinata dal governo, ma da una popolazione in crescita e invecchiata, da più persone che abitano da sole” sostiene un portavoce. “Negli ultimi trent’anni abbiamo visto un incremento del 30% nel numero dei nuclei familiari, contro una caduta del 50% delle abitazioni realizzate. Questo non è sviluppo sostenibile”.

Il rapporto sarà allegato alla documentazione ufficiale della riunione sui piani per l’est Inghilterra, prevista dalla regional spatial strategy (RSS), che si inaugura martedì. Il progetto, il principale e il primo ad essere sottoposto a vaglio ufficiale completo, propone quasi mezzo milione di nuove abitazioni, impianti produttivi e spazi per attività terziarie, oltre a 67 piani stradali.

A livello nazionale i progetti del governo sono stati criticati per aver sovrastimato le dimensioni dell’intervento necessario, concentrando troppe costruzioni nelle già affollate zone del sud-est inglese, e per non aver insistito sufficientemente su rigidi standard ambientali, come la progettazione a basso consumo energetico.

Lo Environmental Audit Committee – dominato dal Labour – ha anche ricordato che gli impatti ambientali “meritano un’attenzione molto maggiore”.

In quest’ultimo rapporto le due agenzia, che presto si fonderanno, riconoscono “ la necessità di prevedere e localizzare costruzioni” e lodano anche alcuni aspetti di una strategia “ raccomandabile e che deve essere sostenuta”. Ma affermano anche che “ non c’è alcuna traccia” della verifica che questi progetti non possano danneggiare “ elementi ambientali di base”, e che la valutazione indipendente di sostenibilità li aveva giudicati di “ danno significativo” per paesaggi, habitat naturali e acque.

Il rapporto continua: “ Raggiungere un equilibrio implica uno scambio fra due obiettivi concorrenti, dove è necessario accettare il fatto che una perdita dal punto di vista di una componente sia necessaria per avere vantaggi un un’altra”. E aggiunge: “ Secondo gli obiettivi di crescita proposti l’effetto finale del RSS potrebbe NON [enfatizzazione degli Autori ] garantire un futuro sostenibile per la regione. Questo risultato sarebbe contrario agli obiettivi istituzionali del sistema di pianificazione ... In più le presenti agenzie ritengono che alcune delle basi del progetto non diano sufficiente conto delle questioni ambientali e di qualità della vita, e di conseguenza definiscano un contesto inadeguato su cui basare le strategie”.

Il rapporto chiede invece che le regioni valutino quanta crescita sia sopportabile dal proprio ambiente, e poi prevedano misure per la mitigazione degli impatti “ giustificati”.

”Non stiamo dicendo che non vogliamo edificazione” dice Graham Smith, responsabile di area per English Nature. “Si deve adeguare il ritmo di realizzazione, per non sacrificare un obiettivo sull’altare di un altro”.

Il gruppo di verifica indipendente, nominato dal governo, riferirà al Vicepresidente del Consiglio, che si prevede renderà pubbliche le eventuali modifiche nel rapporto finale atteso per il 2007.

Nota: il testo originale al sito del Guardian/Observer (f.b.)

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