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“La legge Lupi appartiene a un mondo infrequentabile”
15 Agosto 2005
Lettere e Interventi
Alessandro Tutino

Caro Eddy, Luisa Calimani, che si adopera per diffondere notizie e tenere contatti tra urbanisti di vecchio stampo, mi ha trasmesso il testo licenziato dalla Camera della legge Lupi chiedendo un parere, e contributi per arricchire le proposte di emendamento dell'opposizione. Ho risposto come segue, e naturalmente non con un parere, né con un contributo, ma solo con uno sfogo molto amareggiato. Ciao.

Cara Luisa, senza che ce ne accorgessimo,evidentemente ci avevano già sfilato sotto il naso tutto un mondo filosofico, politico, culturale. O meglio, qualche sospetto lo avevamo, non stavamo dormendo, ma confesso che la lettura del testo di questa legge mi ha colto alla sprovvista, prima ancora di indignarmi o preoccuparmi mi ha sorpreso: con grande semplicità e in poche paginette, questo testo ci mette di fronte ad una concezione del ruolo delle istituzioni completamente trasformato, rovesciato rispetto ai nostri consolidati convincimenti, né si preoccupa di offrire supporto o dimostrazione di questo rovesciamento.

Dunque all'iniziativa privata è affidato il compito di provvedere allo sviluppo dell'economia e della società, e alle istituzioni dello stato è affidato il ruolo di ancelle di quella iniziativa, col compito dichiarato di spianare la strada ed eliminare ogni ostacolo.

Tu ci chiedi di fare uno sforzo per arricchire le proposte di emendamento dell'opposizione che giudichi inadeguate. Ti dico francamente quel che penso io: questa proposta di legge non è emendabile per niente, non bisogna neppure cominciare a discuterla, appartiene ad un mondo per noi incomprensibile e infrequentabile. Io mi auguro che non arrivi mai a completare l'iter di approvazione, e se ci arriva mi auguro che l'opposizione torni al governo e la sopprima al più presto. Ma a questo proposito purtroppo mi sorge un sospetto: non sarà che a qualche nostro amministratore regionale e comunale saranno brillati gli occhietti pensando che finalmente potrebbero avere le mani libere per tanti interessanti giochetti? Non sarà che le inadeguate proposte di emendamento corrispondano ad una sottaciuta speranza che questa legge passi, magari con qualche piccola correzione per salvare la forma?

Con questo sospetto, mi sembra allora che la cosa più urgente da fare non sia di migliorare gli emendamenti, ma di convincere l'opposizione tutta intera che con una legge che assomigli a questa il disastro territoriale sarà definitivo e irreversibile (in realtà già lo è ma conviene far finta che ci sia ancora qualcosa da salvare), e che il disastro non sarà solo territoriale ma istituzionale, giuridico, culturale. Non finiremo mai di ringraziarti per il compito che ti sei assunto, di tenerci sempre informati e di tenerci in qualche modo in contatto in questa sciagurata congiuntura.

Si, Sandro, quella legge appartiene a un mondo infrequentabile per chi, come te, si è battuto nell’università, nelle istituzioni, nella cultura, nella professione per una città e un mondo migliori per tutti gli uomini, e non solo per i più potenti e ricchi. O meglio, frequentabile solo per combattere quella legge, che solo gli illusi o i tiepidi possono considerare emendabile. Il guaio è che quella legge è – come ha detto l’on Mantini, dell’Unione – una legge bipartisan, ciò che renderà più difficile il nostro lavoro di opposizione, e la costruzione di un’alternativa.

Segnalo a te e ai lettori che in eddyburg.it c’è una cartella (Tutto sulla Legge Lupi) nella quale ho raccolto, fin dall’inizio, i documenti e le opinioni critiche sulla legge

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