loader
menu
© 2024 Eddyburg
Alberto Vitucci
I comitati “occupano” l’Arsenale
24 Ottobre 2012
Vivere a Venezia
Confronto aperto tra i comitati e il padrone dell'Arsenale. La Nuova Venezia23 ottobre 2012

Grido d’allarme dei presidenti delle associazioni, riuniti all’interno del complesso monumentale

di Arsenale «occupato» dalle associazioni. Assemblea pubblica, ieri pomeriggio, per la prima volta all’interno del complesso monumentale. Una sessantina di presidenti e rappresentanti di comitati e associazioni si sono confrontati sulla strategia da seguire per «riportare l’Arsenale alla città». Battaglia che ricomincia, dopo l’avvio dell’iter parlamentare per approvare (con modifiche) il decreto del ministero delle Infrastrutture. E che prevede adesso l’invio di una petizione a tutti i parlamentari e di un forum permanente per tenere accesi i riflettori sulla vicenda. L’assemblea ha proposto al sindaco di convocare i parlamentari veneti per concordare insieme un testo bypartisan.

«Lo Stato ci ha scippato l’Arsenale», hanno detto i presidenti. Al tavolo Michela Scibilia, Flavio Franceschet, Pierandrea Gagliardi. Diapositive e grafici, documenti e studi. Si è deciso alla fine di dar vita a un forum permanente, che anche sul web possa tenere alta la mobilitazione e fare proposte «operative» sull’utilizzo compatibile dell’Arsenale «bene comune». Decine i comitati presenti. No Grandi Navi, 40XVenezia, Ambiente Venezia, Italia Nostra, Comitato Arsenale, Laboratorio Morion, Vela al Terzo, Arzanà e molti altri. Ma l’obiettivo, ha detto nella conclusione il coordinatore Pierandrea Gagliardi, «è adesso quello di allargare adesso la protesta alle associazioni di categoria, a cominciare dagli artigiani, alle forze politiche ei cittadini». Foto ricordo dei presidenti con lo sfondo della Darsena e delle Gaggiandre. E una petizione che adesso sarà consegnata ai parlamentari. «Il nostro comitato è sorto quando nel 2010 arrivò l’annuncio che il ministero della Difesa voleva vendere una parte di Arsenale per farne un albergo», ha spiegato Gagliardi, «un pericolo forse non ancora sventato». Roberto D’Agostino, presidente dell’Arsenale spa, ha risposto alle domande dei comitati. «Prima di questa società, istituita dieci anni fa», ha detto, «l’Arsenale era gestito interamente dal suo proprietario, il Demanio. Adesso ogni decisione sull’utilizzo delle parti dismesse dalla Marina, titolare del 70 per cento della superficie complessiva, devono passare per il Comune, che ne fa parte al 49 per cento». Obiettivo della Spa – che è una società strumentale del Comune e non può agire di sua iniziativa, ha ricordato D’Agostino – è quello di unificare la gestione dell’area. E di introitare i canoni di concessione oggi versati allo Stato da Cnr e Consorzio Venezia Nuova – circa 3 milioni di euro – per fare i primi investimenti. Manutenzione e guardiania, e dunque primo passo per l’apertura al pubblico dell’intero Arsenale, com’era stato nel maggio scorso con la Coppa America. Domande anche critiche da parte dei comitati. «Qual è il Piano industriale della società?», ha chiesto Silvio Testa di No Grandi Navi, «la protesta adesso va rienmpita di contenuti» Non basta dunque che l’Arsenale cambi padrone, è stato ossservato, ma la città dovrà discutere di come utilizzarne gli spazi. Attività compatibili, legate alla cantieristica, negli spazi che si potrebbero ottenere dala Marina. A cominciare dalla storica Teza del Bucintoro, opera del Sansovino, dove si prevede di ricostruire la grande ammiraglia della flotta Serenissima distrutta da Napoleone. Ma anche barche tipiche nella Darsena, oggi utilizzata unicamente dai mezzi militari e del Consorzio Venezia Nuova. Progetti di valorizzare il museo navale, di aprire la restaurata Torre di Porta Nuova alla città. Ma anche feste, concerti, seminari. E, soprattutto rendere permanente l’entrata da nord, con fermata Actv ai Bacini e dunque la fruizione da parte dei veneziani di una parte importante della loro città. Ieri l’assemblea si è tenuta nella restaurata Tesa 105, dove l’Arsenale spa ha spostato i suoi uffici. Edificio restaurato in chiave moderna, nel rispetto del monumento. secondo il sindaco Giorgio Orsoni e il direttore del Demanio, si trattava «del primo passo per aprire l’intero Arsenale ai Veneziani». Un’illusione poi concretizzata con la Spendig review e il decreto che ne assegnava la proprietà al Comune. Poi con il decreto Innovazione del ministero il brusco risveglio. l’Arsenale torna allo Stato. La battaglia continua.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg