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Paolo Baldeschi
Il programma di Renzi. Niente per territorio ambiente e paesaggio: come gli altri
28 Ottobre 2012
Paolo Baldeschi
Il programma di Matteo Renzi, sul sito www.matteorenzi.it, ha il merito di indicare...

Il programma di Matteo Renzi, sul sito www.matteorenzi.it, ha il merito di indicare una serie di azioni concrete, fra cui si segnalano quelle per una diversa allocazione delle risorse a favore dell'istruzione e dei ceti meno abbienti. Manca, tuttavia, di un vero e proprio spessore politico; ciò che in un'ottica riformatrice non significa ripetere gli slogan consunti di una certa sinistra, quanto prendere posizione rispetto a un modello di sviluppo e a un'ideologia che a livello europeo hanno fatto del neoliberismo il loro unico credo e a livello italiano coprono la collusione fra capitalismo nostrano e caste politiche - insegnano gli infiniti episodi di corruzione. Nel programma, le indicazioni di contenuto più impegnativo come "ritrovare la democrazia" - questa sì che sarebbe una scelta di grande significato politico - sono ridotte a proposte di mero carattere legislativo (nuovo bicameralismo, preferenze elettorali) o in inutili esortazioni. Domina un approccio efficientista che nei dodici capitoli del programma ripete le ricette di 'snellire', 'semplificare', 'ridurre la burocrazia', e simili

Tuttavia, il paragrafo c) del capitolo 5 "Dalle grandi opere ai grandi risultati" sembra dire 'qualcosa di sinistra', con un inizio promettente: "... Non è detto che lo sviluppo dipenda solo da grandi opere per le quali non esistono, nella maggior parte dei casi, neppure le più elementari valutazioni d’impatto econo¬mico. L’Italia spende una cifra spropositata in trasporti e infrastrutture.... E’ una spesa non sempre necessaria e altamente inefficiente,.... Negli ultimi vent’anni abbiamo speso l’equivalente di 800 miliardi di euro in infrastrutture, con risultati tutt’altro che soddisfacenti. Noi proponiamo di invertire la rotta con tre mosse. Prima mossa. "Dare la priorità alle manutenzioni e alle piccole e medie opere, come, a titolo di esempio: la costruzione di asili nido (sic), interventi per decongestionare il traffico e per il trasporto pubblico locale, per il recupero ambientale, la messa in sicurezza di edifici in aree critiche o l’efficienza energetica." Cui seguono una seconda mossa che consiste in alcune proposte di carattere tecnico-procedurale e una terza mossa che parla d'altro. Fine.

Qui non pretendiamo che Renzi abbia conoscenza delle molte proposte di Piero Bevilacqua, tutte pubblicate su eddyburg, e di tanti altri sul tema, ma leggendo come si concretizza 'l'inversione di rotta' rispetto alla politica delle grandi opere, è impossibile non piombare nello sconforto. Chiuso nella sua ottica efficientista, Renzi, nonostante tutto "dalla parte di Marchionne", non si rende conto che il sistema che lui ammira e sostiene, proprio quel sistema, produce e si nutre di grandi opere costose e inutili; e che una reale inversione di rotta sarebbe il più efficace metodo per rottamare una classe politica - inetta, spesso corrotta - che prospera su quel sistema.

Nel Programma, non una parola è spesa sui grandi temi che oggi agitano buona parte della società italiana: quelli negativi, il dissesto idrogeologico, l'abusivismo più o meno legalizzato, l'assalto alle coste e alle parti più pregiate del territorio; ma anche le grandi risorse del nostro patrimonio culturale e paesaggistico che possono essere valorizzate proprio nel modello alternativo delle 'piccole opere'. Mutismo completo; è evidente che Renzi non ha alcuna cultura in proposito e che di territorio e paesaggio non gli importa; ed è evidente che fra i suoi collaboratori manca qualcuno che gli spieghi la situazione e che su questi temi - ambiente, territorio, paesaggio, consumo di suolo - vi è più di un quarto di italiani che non si sente rappresentato e che ha la forte tentazione di non andare a votare.

Ma se il sindaco di Firenze è muto, anche tutti gli altri tacciono, a cominciare dai rivali di Renzi all'interno del PD e nei partiti di sinistra.

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