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(red.)
Condono edilizio: il governo contro cinque regioni
17 Agosto 2005
Articoli del 2004
Oltre ad Emilia-Romagna e Toscana, anche Campania, Lombardia, Marche, Umbria, Veneto sono state deferite alla Corte Costituzionale per aver ristretto l'ambito di applicazione del condono edilizio. Guai a quelle regioni che vogliono limitare i danni delle leggi berlusconiane sul territorio. Guai a chi non vuole svendere il futuro per un piatto di lenticchie. La notizia è da il Corriere della sera del 24 dicembre 2004

ROMA - Il governo contro cinque regioni, accusate di «aver sabotato» la legge sul condono edilizio che rischia così di far fallire la raccolta di 2 miliardi di euro messi in bilancio nella Finanziaria per finanziare il taglio delle tasse. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari regionali, Enrico La Loggia, ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale le norme relative ai condoni edilizi di cinque regioni: Lombardia e Veneto (governate da una maggioranza di centrodestra), Marche, Umbria e Campania (governate dal centrosinistra).

PRONUNCIA DEL 28 GIUGNO - La Consulta si era già pronunciata il 28 giugno affermando che la collaborazione degli enti locali è «obbligatoria e doverosa» nei confronti dello Stato considerati i motivi prevalenti della finanza pubblica, ma il testo di legge andava reso compatibile con le competenze di Regioni e Comuni in materia urbanistica e reso più rispettoso della tutela del paesaggio e dell'equilibrato sviluppo urbanistico: lo Stato non può escludere il potere delle Regioni di articolare e specificare la legislazione statale mediante proprie leggi.

LA LOGGIA: «SVUOTATO IL SENSO DELLA LEGGE» - «Aver ridotto al minimo la possibilità di sanare eventuali irregolarità ha svuotato di significato la legge nazionale», ha accusato il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia. «Si configura un' interferenza rispetto all'orientamento emerso dallo Stato. Le altre regioni hanno fatto le loro valutazioni, ma non sino al punto da quasi annullare la legge statale. Se la legge dello Stato stabilisce che si possono sanare 100 metri cubi e la regione ne prevede solo dieci, si svuota di significato la norma. Altro è prevedere di poterne sanare 60-80».

LEGAMBIENTE: « ATTACCO AD AUTONOMIA REGIONI» - Per Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, la maggioranza «straparla di federalismo, quando poi alcune regioni tentano di limitare i danni prodotti dal condono edilizio, il Consiglio dei ministri decide di impugnare i provvedimenti. È molto grave che il governo, dopo aver varato il condono edilizio più vasto di sempre, insista nel trasmettere agli italiani il messaggio che la legalità è un optional. La sanatoria ha già fatto ripartire alla grande l'abusivismo».

«Mi auguro che la Consulta non accolga il ricorso e sventi così una proroga mascherata che si avrebbe con la riapertura dei termini del condono edilizio», ha affermato Fabrizio Vigni (Ds), capogruppo nella commissione Ambiente alla Camera.

«L'esecutivo non si rassegna al flop degli incassi, e tenta il ricorso alla Corte costituzionale per arrivare a una proroga», ha detto Sauro Turroni (Verdi), vice presidente della commissione Ambiente del Senato.



ESPOSTO ALLA PROCURA - Il capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, Angelo Bonelli, ha presentato un esposto alla procura di Roma per chiedere l'apertura di un'indagine sulle domande di condono edilizio a Roma, circa 90 mila, più o meno la metà di quelle presentate in tutta Italia.

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