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"L'urbanistica contrattata
ha fatto scempi"
6 Maggio 2012
Firenze
A Firenze, Castello, uno dei primi episodi di Tangentopoli è un luogo ancora sotto la lente della magistratura. La Repubblica Firenze.it, 5 maggio 2012

La replica del pm Giuseppina Mione al processo sulla urbanizzazione dell’area di Castello, nel quale sono imputati per corruzione, fra gli altri, gli ex assessori Pd Gianni Biagi e Graziano Cioni e il costruttore Salvatore Ligresti, patron di Fondiaria Sai, proprietaria dei terreni

Gli scempi compiuti in nome dell’urbanistica contrattata e la lottizzazione politica degli incarichi sono stati i temi più sottolineati nella replica del pm Giuseppina Mione al processo sulla urbanizzazione dell’area di Castello, nel quale sono imputati per corruzione, fra gli altri, gli ex assessori Pd Gianni Biagi e Graziano Cioni e il costruttore Salvatore Ligresti, patron di Fondiaria Sai, proprietaria dei terreni. Il processo si avvia alla conclusione. Altre due udienze di maggio saranno riservate alle repliche dei difensori. Il tribunale tornerà a riunirsi in aula bunker il 29 giugno e per quel giorno è prevista la sentenza.

"L’urbanistica contrattata ha rappresentato per i difensori un tema salvifico. Ci si sono gettati a capofitto", ha osservato il pm Mione. Molti avvocati hanno sostenuto che le norme urbanistiche non escludono e in alcuni casi prevedono convenzioni fra pubblico e privato. "Si è criticato aspramente il pm per la sfiducia negli accordi fra privati e pubblica amministrazione", ha replicato Giuseppina Mione: "Eh sì —ha aggiunto con una punta di ironia venata di amarezza — perché notoriamente la pubblica amministrazione italiana è forte, è un interlocutore capace di garantire l’interesse pubblico e di sottrarsi alle lusinghe corruttive. Noi siamo stati invitati a studiare il diritto amministrativo. Ed è giusto. Noi invitiamo i difensori a leggere i numerosi testi che documentano gli scempi compiuti in nome dell’urbanistica

contrattata. E chiediamo se per caso essa autorizzi i pubblici amministratori a scostarsi dal ruolo ad essi affidato dalla Costituzione, che è quello di rappresentare e difendere l’interesse pubblico. In questa vicenda urbanistica l’interesse pubblico è stato la stella polare per gli amministratori? La risposta per il pm è no. I difensori sostengono che l’assessore Biagi voleva una cosa bella, voleva che in quell’area sorgesse un mix di funzioni. In realtà ha fatto esattamente il contrario. Ha favorito il rilascio di permessi per la realizzazione di case e centri commerciali, quando ancora non si sapeva se Regione e Provincia si sarebbero spostate in quell’area, né se sarebbe sorto il parco, né se la convenzione sarebbe stata buttata all’aria in forza di accordi che si proponevano di portare a Castello un indotto del tutto nuovo: la cittadella dello sport. Per volontà dell’assessore Biagi sono stati rilasciati permessi al gruppo Ligresti che hanno aumentato a dismisura il valore dell’area. Questa non è urbanistica contrattata, è interesse pubblico svenduto".

Riguardo agli incarichi professionali agli architetti Vittorio Savi e Marco Casamonti, per un importo complessivo a carico di Fondiaria Sai di circa tre milioni di euro, il pm ha sostenuto che "nessuna norma può rendere lecita la nomina occulta di professionisti voluti da un assessore a spese del privato". E ricordando che i nomi dell’assessore Biagi e degli architetti Savi, Casamonti e Natalini (altro professionista indicato a Fondiaria) figurano nella lista degli aderenti al Partito democratico, ha parlato di "rapporto collusivo intessuto da Biagi con professionisti che quanto meno erano a lui vicini politicamente". Per concludere con una stoccata: "I difensori non hanno mai sentito parlare di lottizzazione politica, di incarichi pilotati?".

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