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Randeep Ramesh
Il piano di deportazione dei senzatetto da Londra
3 Maggio 2012
Dalla stampa
Alla vigilia della probabile riconferma dell’amministrazione conservatrice, riemerge uno dei più odiosi programmi “darwinisti” del centrodestra. The Guardian, 2 maggio 2012 (f.b.)

Titolo originale: Tory borough plans to move homeless away from London – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini

Le persone senza fissa dimora rischiano di essere escluse dalla propria area verso case in affitto, anziché essere inserite nelle normali liste d’attesa locali, nei programmi di una delle circoscrizioni simbolo dei conservatori nella capitale,secondo un documento riservato che è arrivato alla nostra redazione.

Il consiglio di Hammersmith & Fulham settimana scorsa già parlava di discussioni in corso a proposito con le amministrazioni di Westminster e Kensington & Chelsea, per trasferire 500 famiglie che ricevono sussidi verso la regione delle Midlands: si precisa però che non si tratterebbe di un esodo di massa.

Le strategie di Hammersmith & Fulham hanno già chiarito quanto la condizione di senza casa ufficiale significhi disponibilità a ricollocarsi "potenzialmente fuori dalla circoscrizione ": una rottura rispetto all’abitudine passata di offrire una sistemazione locale temporanea in attesa delle abitazioni sociali. Scelta che si inserisce tra l’altro nelle politiche generali per la casa: ci sono 10.000 alloggi in corso di autorizzazione nell’area quest’anno, ma nessuno destinato a poveri a canone sociale, nonostante anche nel piano metropolitano di Boris Johnson esistano prescrizioni perché un quarto dei nuovi alloggi sia reso disponibile ai redditi più bassi. L’amministrazione ammette che così si “mette fine al collegamento automatico fra la iscrizione alle liste ufficiali di senza casa e le abitazioni a canone sociale”.

I tagli alla spesa sociali comportano di fatto la trasformazione del rivolo di senza tetto della capitale in una vera e propria alluvione. Secondo uno studio della Cambridge University for Shelter, nel 2011 era classificabile in qualche modo come economico e sussidiato il 40% dei quartieri di Hammersmith, lo sarà solo il 6% nel 2016. Il locale piano per la casa blocca l’assegnazione di alloggi pubblici secondo criteri di fabbisogno. Da ora in poi costituisce criterio di preferenza un “rapporto col territorio locale” da cinque anni, il lavoro o l’attività di volontariato. Si vogliono mettere in primo piano anche con le politiche della casa i “creatori di ricchezza” anziché i poveri. Si sostiene di averne già troppi, di poveri a canone sociale nella circoscrizione. L’amministrazione di Hammersmith, tenuta in notevole considerazione anche a Downing Street, spiega nella relazione che il 70% dei propri inquilini di abitazioni sociali è "disoccupato e dipende da sussidi ... [non] dà alcun contributo allo sviluppo economico”.

Le associazioni avvertono che con politiche del genere si avranno gravi effetti sulle fasce più vulnerabili. Duncan Shrubsole, direttore di Crisis, commenta: “Questo ci potrebbe portare a una specie di lotteria territoriale e alla fine di ammortizzatori nazionali per la casa che esistono dal dopoguerra”. Oggi l’amministrazione, con liste d’attesa per le abitazioni pubbliche di 10.000 famiglie, promuove case in affitto “economiche” destinate a redditi che si aggirano verso i 70.000 euro l’anno. Ciò significa ad esempio che dei 6.700 nuovi alloggi del progetto di Earl's Court dietro gli spazi espositivi [ uno dei maggiori piani di riqualificazione urbana europei n.d.t.] nessuno sarà accessibile a chi ha un salario minimo. Cosa anche peggiore, commentano i critici, negli spazi si stanno sostituendo i servizi essenziali con abitazioni di alto profilo. A Shepherd's Bush, i costruttori sono stati autorizzati a demolire un dormitorio e centro assistenza per farci una torre da 200 appartamenti di lusso e altro. Sono stati venduti al miglior offerente più di 300 alloggi pubblici, incassando oltre cento milioni di euro.

Scelte decisamente radicali che avvengono secondo i poteri conferiti nel 2011 dal Localism Act, che consente alle amministrazioni di decidere autonomamente chi ha diritto alle case pubbliche e in che termini. Nell’ovest londinese chi entra ora in un alloggio pubblico sa che gli è garantito per cinque, non più per sempre. Chi poi ha meno di 25 anni, e chi ha precedenti di “comportamento antisociale e criminale” lo vede ridotto a soli due anni. Andrew Slaughter, parlamentare Labour eletto nel collegio di Hammersmith, commenta: “Si sradicano le famiglie obbligandole a spostarsi anche per centinaia di chilometri, solo perché i Conservatori dicono di non potersi permettere altro. È la dimostrazione che si vuole distruggere il sistema delle case economiche per la gente comune, e non costruirne mai più”

Secondo l’amministrazione non sono state ancora prese decisioni definitive. Andrew Johnson, responsabile per la casa parlamentare per Hammersmith & Fulham, spiega: “La nostra priorità è di premiare le famiglia volenterose. Continueremo a dare la casa agli anziani e ai soggetti vulnerabili. Vogliamo aiutare a migliorarsi, non fare regali. Vogliamo incentivare gli abitanti a usare bene la loro vita. Le case pubbliche possono essere una straordinaria rete di protezione e contribuire a superare momenti di difficoltà: ma sono una spinta, non una meta. Introducendo un termine ai nuovi contratti, intendiamo superare l’idea secondo la quale la casa pubblica è sempre per tutta la vita. Il sistema attuale non promuove le aspirazioni personali né dà alcun incentivo agli inquilini per diventare proprietari di un’altra abitazione, consentendoci di sfruttare al meglio il patrimonio esistente”.

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