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Vittorio Emiliani
Anomalia di un triplo incarico
9 Dicembre 2011
Beni culturali
Il conflitto di interessi continua ad essere una delle tare della nostra democrazia: nel disinteresse della politica e di questo nuovo governo. L’Unità, 9 dicembre 2011 (m.p.g.)

Nell’organigramma del Ministero per i Beni e le Attività culturali la casella del segretario generale è ancora vuota. Quindi il decreto di nomina di chi sostituirà in quel ruolo l’architetto Roberto Cecchi divenuto sottosegretario non è stato ancora firmato. Dovrebbe essere designata la dottoressa Antonia Pasqua Recchia, direttore generale ai Beni architettonici, storico-artistici, ecc., ma, al momento, non se ne ha notizia formale. Da un paio di settimane quindi l’arch. Cecchi cumula ben tre incarichi: quello politico di sottosegretario e quelli tecnici di direttore generale del MiBAC nonché di commissario per l’area archeologica di Roma. Anomalia decisamente pesante, che si poteva evitare rispettando la legge, senza l’indugio di una sola ora. Ma l’Italia di oggi va così, purtroppo.

Le maggiori associazioni per la tutela avevano chiesto al neo-ministro Ornaghi una netta discontinuità rispetto all’era di Bondi, francamente disastrosa, e a quella certo non brillante di Galan. Al contrario egli ha nominato in quel ruolo-chiave il segretario generale di gestioni del Collegio Romano memorabili per l’accettazione supina di tagli feroci, per l’abolizione delle spese di missione, per la totale ibernazione dei piani paesaggistici, per la proliferazione di commissariamenti costosi e spesso dannosi, per l’acquisto a cifre spropositate del crocefisso esposto e strombazzato come Michelangelo, e che, al più, è opera di bottega, e via elencando. Altro che discontinuità. Una continuità perfetta, “inchiodata”. Tanto più che Salvatore Nastasi rimane, a quanto pare, nel doppio incarico di capo di gabinetto e di direttore generale dello Spettacolo (così recita il sito ministeriale). Come prima, più di prima? Certo. Tutto va ben al Collegio Romano.

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