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Alberto Vitucci
Quattro piccoli saggi sulle grandi ferite della città
15 Ottobre 2011
Recensioni e segnalazioni
La terza serie dei raffinati ed esplosivi piccoli libri della nuova collana, dedicata a svelare i segreti antichi e recenti di Venezia, le ragioni della qualità e le tappe della distruzione. La Nuova Venezia, 15 ottobre 2011

Le orde di turisti, il ponte "di debole Costituzione", le meganavi e il cemento in una collana di instant book che raccontano una pericolosa trasformazione

Un'idea di sviluppo fondata soltanto sulla «ricchezza facile» e sul turismo. Una città spremuta e violentata da 22 (presto diventeranno 30) milioni di visitatori ogni anno. Sviluppo insostenibile, che minaccia da vicino un ambiente unico al mondo, dagli equilibri delicatissimi. E' questo il filo conduttore di una nuova collana di saggi editi dalla piccola casa editrice veneziana "Corte del Fontego". Alla cultura e alla tenacia di Marina Zanazzo si deve l'uscita di queste piccole perle. Instant book documentatissimi, che aprono uno squarcio sulla realtà veneziana vista dai protagonisti della Venezia di oggi. Trentacinque pagine e un costo più che accessibile (tre euro), i libretti del Fontego tracciano una sorta di percorso dedicato a chi vuole toccare con mano la situazione della città d'acqua, le sue trasformazioni sempre più violente e irreversibili. Ecco allora gli ultimi quattro volumetti che sono in questi giorni nelle librerie. Il Ponte di debole Costituzione, di NellyVanzan Marchini, Tessera city di Stefano Boato, E le chiamano navi di Silvio Testa, Caro turista di Paolo Lanapoppi.

Lanapoppi, esponente di Italia Nostra e in passato presidente di Pax in Aqua, ricorda come uno studio dell'Università Ca' Foscari firmato dall'allora professore di Economia Paolo Costa - poi ministro e sindaco, oggi presidente del Porto - e Jan Van der Borg nel 1988 fissasse come limite massimo sostenibile per la città il numero di 20 mila turisti al giorno, 7 milioni e mezzo l'anno. Oggi, 23 anni dopo, i turisti sono diventati 22 milioni. E uno studio del Coses, l'organismo di ricerca finanziato da Comune e Provincia, ha fissato un nuovo limite. Esattamente il triplo di allora, 59 mila turisti al giorno, pari al numero degli abitanti nel frattempo scesi sotto la soglia dei 60 mila. A questi vanno aggiunti i circa 20 mila pendolari giornalieri. Risultato, la città è stravolta da un'invasione che porta ricchezza- non a tutti - ma che la sua fragile struttura ormai non sopporta più.

Esempio emblematico quello delle meganavi, città galleggianti alte più dei campanili, che spostano 100 mila tonnellate d'acqua e sedimenti al loro passaggio. Erano un paio la settimana, adesso sono almeno cinque al giorno. Anche qui, la politica spinge nella direzione dello «sviluppo». Nuove banchine costruite in Marittima e il traffico dei bestioni davanti a San Marco che diventa sempre più pesante. Dati e numeri snocciolati con precisione e leggerezza nel libretto di Testa. E un appello a chi ama davvero Venezia e la sua laguna. «Fino a quando?» era l'emblematico titolo di un volume fotografico di Giulio Obici all'indomani dell'alluvione del 4 novembre 1966. Fino a quando Venezia potrà sopportare la nuova alluvione, come la definisce Italia Nostra, che non porta acqua ma valanghe di turisti che ormai stanno modificando a loro immagine la vita e l'economia della città?

Pungente e documentato come sempre il saggio di Stefano Boato, urbanista e docente Iuav, già assessore all'Urbanistica negli anni Ottanta. Tessera city è non soltanto la cementificazione del territorio e della gronda lagunare, ma un errore di prospettiva oltre che un grande danno ambientale. Anche qui, modelli di sviluppo estranei alla storia della città di cui non si riesce a liberarsi.

Info

Nella "serie rossa" stessa collana sono usciti: Edoardo Salzano, Lo scandalo del Lido e Paola Somma, Benetttown. Nelle altre serie: Franco Mancuso, Fronte del porto e Costruire sull'acqua , Edoardo Salzano, La Laguna di Venezia , Paolo Pirazzoli, La misura dell'acqua , Luigi Fozzati, Sotto Venezia, Giannandrea Mencini Fermare l'onda. Per ulteriori informazioni rivolgersi all'ediitore Corte del fontego

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