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Fabio Bonaccorso
La Regione apre i parchi al motocross
30 Agosto 2011
Padania
Un po’ come quando l’amministrazione Moratti a Milano voleva mettere ovunque giostre, scivoli, attrazioni e cotillons. Deve essere un vizio. Corriere della Sera Lombardia, 27 agosto 2011 (f.b.)

MILANO — Prima la legge sui parchi, adesso le moto. Non c'è pace per le aree protette della Lombardia. La Regione sta lavorando a un accordo quadro con la Federazione motociclistica italiana (Fmi) per permettere ai bolidi su due ruote di entrare nelle zone sottoposte a tutela ed «entro l'anno — spiega l'assessore Alessandro Colucci, che si occupa di parchi e foreste — ci auguriamo di poter definire la nuova normativa».

I motociclisti sono, ovviamente, d'accordo. «Ci stiamo lavorando da diversi mesi — spiega Alessandro Lovati, presidente regionale della Fmi — abbiamo 30 mila soci, quasi 25 mila famiglie che votano, e chiediamo di poter andare anche noi in queste aree, usando però percorsi prestabiliti e un tesserino di identificazione». In Lombardia ci sono 24 parchi regionali che, insieme a quelli sovracomunali e alle riserve, si estendono su 450 mila ettari dalle Alpi al Po.

«Ma a noi di queste trattative per far entrare le moto nelle aree protette non ha detto nulla nessuno — replica Milena Bertani, presidente del Parco del Ticino e di Federparchi Lombardia — anche perché è molto tempo che non abbiamo più un tavolo di confronto con Colucci. Per i parchi le priorità siano altre. E poi se i motociclisti hanno 30 mila soci, solo sui nostri sentieri ciclopedonali lungo il Ticino passano oltre mille persone al giorno». Intanto lo stesso assessore ammette che «la materia non è facile e ha risvolti delicati: vanno posti limiti, regole e, dove il caso lo richieda, anche divieti assoluti. Visto che qualche problema c'è».

Al Parco Adda Sud (fra Lodi e Cremona), dopo il boom dei danni causati dai motociclisti negli ultimi mesi, hanno appena deciso di schierare 60 guardie ecologiche per controlli a sorpresa, riprese video e foto.

«Oltre alle multe chiederemo i risarcimenti — spiega Silverio Gori, presidente dell'Adda Sud. — Nel parco si può venire a piedi, in bicicletta e a cavallo proprio per garantire il rispetto della natura, mentre le moto rovinano i sentieri, emettono fumi di scarico e lanciano raffiche di polvere e pietrisco». Una situazione che in passato ha riguardato anche le ex aree di cava del Parco Adda Nord (fra Lecco, Monza, Milano e Bergamo) e il Parco del Mincio, sulle Colline Moreniche e fra Monzambano e Cavriana. Dopo l'aumento dei controlli, i crossisti hanno traslocato.

«Quelli che fanno danni sono "cani sciolti" non iscritti ad alcuna associazione e che non seguono i nostri corsi di educazione stradale», dice il leader lombardo della Fmi. «Ma in ogni caso — commenta Alessandro Benatti, presidente del Parco del Mincio — anche valutando le singole situazioni, nelle aree di rilevanza ambientale non vedo molte zone per il motocross. E se la natura va tutelata, il peso non è solo di quelli che votano».

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