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Vittorio Emiliani
Ministeri al Nord, ministeri al Sud, e Villari...
30 Luglio 2011
Beni culturali
Sarebbe una farsa, ma rischia di essere una tragedia. Per il nostro patrimonio culturale. Da l’Unità, 30 luglio 2011 (m.p.g.)

Verso uno sciopero generale nella cultura e nei beni culturali? Niente più cellulari di servizio, in tutta Italia, per soprintendenti, direttori,ispettori, tecnici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Comunichino a loro spese. Lo stesso per la benzina: neanche una goccia rimborsata. Chi deve girare l’immensa Puglia, arrampicarsi per i siti della Basilicata e della Liguria, o vigilare sull’estesissima area di Roma e Ostia, si arrangi. Ovviamente i cellulari e le auto blu della affollatissima direzione generale funzionano in pieno. Ma c’è dell’altro. Ricordate il senatore Pd che bloccò la Vigilanza Rai rifiutando di dimettersi da presidente essendo stato eletto coi voti del Pdl? Riccardo Villari è, da maggio, sottosegretario (in premio) ai Beni culturali. In realtà sarebbe stato più adatto alla Transumanza essendo stato Dc, Ppi, Cdu, Udeur, Ulivo, Pd, Pr, Mpa. Ora, placato, puntella il governo con Scilipoti.

Il 23 luglio le agenzie hanno annunciato che il fresco sottosegretario aveva incaricato i tecnici di aprire «in tempi brevissimi» una sede distaccata del MiBac a Napoli. Risposta soltatnto ironica ai Ministeri inaugurati della Lega (più la Brambilla) alla Villa Reale di Monza? Lui dice di sì. Però il prode Villari va sul concreto. E’ lui, dicono, che ha pressato con successo il segretario generale del MiBac Roberto Cecchi affinché stornasse 5 milioni di euro provenienti dal fondo della Soprintendenza speciale per l’archeologia romana, e ad essa già destinati, per dirottarli sul Polo Museale della sua Napoli. E ci è riuscito irritando non poco Cecchi: 1) perché oltre che segretario generale, è ancora commissario straordinario per l’archeologia romana e quindi deve, con quello storno, danneggiare gravemente se stesso; 2) perché, come come direttore generale ai beni storico-artistici, avrebbe dovuto vigilare più severamente sul Polo Museale partenopeo. In realtà, trattandosi di Mezzogiorno, pare che Villari abbia trovato l’alleato più risoluto nel capo di gabinetto, il giovane, potente, iperprotetto da Palazzo Chigi, Salvo Nastasi. Alla faccia della «valorizzazione museale».

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