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Francesco Erbani
Italia Nostra: «Via Venezia dai patrimoni dell'umanità»
20 Luglio 2011
Vivere a Venezia
Anche l’Unesco si accorge che Venezia, uno dei patrimoni culturali dell’umanità, è stata messa a rischio da dissennate politiche urbane. Su la Repubblica, 20 luglio 2011 (m.p.g.)

Venezia chiama l’Unesco. E l’Unesco risponde. Ma stavolta dalla laguna non si chiede di ottenere la protezione di qualche monumento. Al contrario. Si chiede se non sia il caso di escludere la città di San Marco dalla World Heritage List, l’elenco dei siti culturali di importanza mondiale. Il motivo? La lunga serie di manomissioni attuate o in programma nell’area lagunare.

È Italia Nostra che si è rivolta all’organismo incaricato dall’Onu per cultura, patrimonio storico-artistico e naturale. La lettera è firmata da Lidia Fersuoch, che guida la sezione veneziana dell’associazione, e dalla presidente nazionale Alessandra Mottola Molfino. «La laguna è in serio pericolo di veder distrutte le sue forme caratteristiche», si legge. La risposta dell’Unesco è stata rapida: faremo indagini e decideremo. Ma intanto contro l’iniziativa di Italia Nostra si è scagliato il sindaco Giorgio Orsoni che se l’è presa con chi «va in giro per il mondo a lanciare appelli inutili e dannosi».

I pericoli che gravano su Venezia sono di due tipi, sostiene Lidia Fersuoch. In primo luogo un turismo massacrante, alimentato negli ultimi tempi da gigantesche navi da crociera che attraversano il bacino di San Marco e il Canale della Giudecca. In secondo luogo, una serie di progetti, avviati o in cantiere. Il Mose, per esempio, il sistema di paratie contro l’acqua alta, le cui opere sono in costruzione (l’isola artificiale alla bocca del Lido grande 13 ettari). Oppure «il centro portuale a Dogaletto-Giare, all’interno della laguna, circa tre milioni di container in una regione dove esistono già tre interporti, tutti sottoutilizzati», aggiunge Fersuoch. «Quella è una zona dal fondale bassissimo, in cui sopravvivono diverse barene, le terre sommerse dalle maree». Lidia Fersuoch cita anche le cementificazioni al Lido, nell’area dell’ex Ospedale a Mare, dove sorgerà un complesso residenziale, commerciale e alberghiero. Di fronte all’insediamento è previsto un porto turistico grande 50 ettari, quanto l’isola della Giudecca. L’area è stata venduta dal Comune per realizzare il nuovo Palazzo del Cinema. Che però non si farà più.

Venezia e la laguna hanno un destino inscindibile, sottolinea Alessandra Mottola Molfino: «Questo è un concetto molto chiaro all’Unesco, che ha incluso la laguna nel patrimonio da proteggere tanto quanto le chiese e i palazzi della città».

La critica di Italia nostra alla situazione veneziana è stata ripresa dalla rivista Newsweek international, nell'articolo Italy's Ancient Monuments and Cultural Heritage Crumbling

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