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Sandro Roggio
Un crimine tollerare gli abusi
19 Luglio 2011
Sardegna
L’abusivismo come cultura di massa, ad ogni livello, è una forma del tutto inedita di degrado ambientale e sociale. Da Sardegna24 19 luglio 2011

La Sardegna e quinta nella classifica di Legambiente sull' abusivismo edilizio. Vuol dire che se non è al primo posto poco ci manca. Il conto è presto fatto, dato che Campania e Sicilia hanno tre quattro volte tanto gli abitanti di Sardegna e pure il flusso turistico e più intenso in quelle Regioni.

Non siamo messi bene ed è meglio non minimizzare. La Sardegna brutta c'è, e tra insediamenti illegali e legittimi è proprio una bella gara. E ferma restando la condanna degli abusi, è bene dire che troppo spesso leggi e regole urbanistiche servono per convalidare scelte inammissibili.

Si legge spesso di interventi della Magistratura contro un'ondata di aggressioni al territorio, favorita dal clima che da anni mette il bene comune al margine. Gli espedienti per eludere vincoli e scansare autorizzazioni non si contano, la posta in gioco è rilevante e, come vediamo dalle cronache recenti, ci sono spesso complicità autorevoli. Colpiscono i casi di Arzachena e Olbia, ma non sorprendono. Spiegano il clima afferra-afferra. Il piatto è ricco. Con i paesaggi che ci ritroviamo si va sicuri, metti uno e prendi sei, se va male, ma molto di più se ci sai fare. A basso investimento (il costo di costruzione più di tanto non cresce anche con l'impiego di pregiati materiali) corrisponde un utile inimmaginabile con altre imprese.

Il valore – è bene ricordarlo – è dato da quel quid che mettiamo noi, il paesaggio non de-localizzabile. Eppure verso la manomissione dei luoghi – del paesaggio di tutti – c'è tolleranza da parte dell'opinione pubblica, come verso gli evasori fiscali.

Preoccupa oggi la forma assunta dall'abusivismo, il numero di “lottizzazioni scoperte per caso” nelle coste. Case che passano per attrezzature agricole ma con vistamare, piscina e prato verde, denominatore comune di casi in costa ogliastrina, in quella gallurese, in quella algherese, in quella di Quartu. Nei baluardi del turismo ti aspetteresti un'alta vigilanza a presidio della risorsa su cui si fonda il futuro. D'altra parte il trucco è lo stesso, come nel gioco delle tre carte nella rambla di Barcellona o nei vicoli di Napoli. Numerose sentenze spiegano il reato, evidente prima di materializzarsi già nella fase del frazionamento del suolo (la lottizzazione “cartolare”).

Ecco, se gli azzardi sono tanti e così scoperti vuol dire che l'idea di farla franca si è diffusa.

Per questo è urgente dare segnali di grande fermezza nelle amministrazioni locali, per mettere fine a questi intrecci di disorganizzazione, indifferenza, connivenza (a proposito del responsabile dell'edilizia privata di Arzachena che concorre a un abuso). E' un compito della politica che spesso è stata in grado di reagire. Inammissibile, ad esempio, che le città ad alta tensione edilizia, come Olbia e Alghero, abbiano vecchissimi piani urbanistici aggiustati nel tempo, mai adeguati alle disposizioni degli ultimi decenni. Su questo prima di tutto e la sfida: lasciare l'idea che il territorio sia privo di un governo e di un progetto è un danno per tutta la comunità sarda.

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