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Nando Della Chiesa
Cimitile, la storia riscoperta tra le erbacce
26 Giugno 2011
Beni culturali
I tesori sotto i nostri pesi. In un paese dell’Agro nolano un patrimonio storico recuperato dai cittadini. Il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2011

Qui i Napolitano nascono come funghi. Ci è nato anche il presidente della Repubblica. Area nolana, a nord-est di Napoli, terrà di civiltà antica e di dinastie di camorra. Oggi ci si vive senz’altro meglio di ieri, quando Carmine Alfieri e il suo clan la facevano da padroni. Perfino la civiltà antica vi è stata riportata alla luce e ha smesso di essere retorica o libri di storia. Ma nessuno pensi alla lungimiranza di qualche ministro che ha investito sui celebri giacimenti culturali o a sovrintendenze in lotta per restituirci antichi tesori. All’origine di questo recupero di arte e di storia c’è un gruppo di cittadini senza potere, si chiamano “Obiettivo III millennio”. “Eravamo partiti in tanti, ma a resistere sempre siamo in venti”, dicono Ferdinando e Pellegrino, “quaranta pensando alle coppie”, ridono, “perché poi si fa così, la moglie o il marito lavora e l’altro aiuta a ruota”.

Il patrimonio incalcolabile riportato alla luce grazie alla loro mobilitazione civile è il complesso delle basiliche di Cimitile, un comune di seimila abitanti cresciuto accanto a Nola. Sette edifici di culto cristiano che partono dal terzo secolo e avanzano verso la fine del millennio, che si incrociano e si sovrappongono e si affiancano in un gioco turbinoso e suggestivo di stili, sopra una specie di necropoli tardo-antica. Qui è sepolto San Felice, qui si stabilì alla fine del Trecento Paolino di Nola governatore della Campania e poi vescovo di Nola. Un autentico polo della cultura paleocristiana passato per alluvioni e crolli repentini che hanno cambiato mappe e architetture. Quelli dell’associazione conducono con orgoglio e gentilezza i loro ospiti a vedere i posti dell’incanto: qui le antiche tombe, qui i fazzoletti sbiaditi e meravigliosi degli affreschi di un tempo, qui i capitelli eccentrici, qui le geometrie solenni. Può essere un avvocato coltissimo, Elia Alaia si chiama, il presidente, ad accompagnarvi . Ma può anche essere, lo ha fatto per molto tempo, un ragazzino quattordicenne che lasciava di sasso i turisti cimentandosi con disinvoltura anche con i dettagli più arditi. Un giorno tutto questo non valeva una lira.

Il patrimonio di storia di cui raccontiamo era nascosto tra le erbacce, recintato e lasciato in abbandono dalle amministrazioni. Finché i “nostri” cittadini, invece di lamentarsi dello Stato, si rimboccarono le maniche e iniziarono ad agire come un gruppo di pressione: non per sé ma per la loro terra. Un convegno iniziale su “Basiliche paleocristiane: sentimento e burocrazia”, per denunciare le inerzie degli uffici comunali. Poi “Nola-Cimitile. Apriti Sesamo”, contro la chiusura al pubblico del parco. E ora finalmente eccole qui le basiliche. Eccole diventate luogo di rispetto e di cultura; non più rovine inaccessibili, dove i ragazzini andavano a giocare a pallone. “Lo choc in paese ci fu quando arrivò in visita papa Wojtyla. Venne qui proprio perché considerava questo sito uno dei simboli della cristianità. Si dovette fare in fretta e furia quel che non si era mai fatto, venne sistemato perfino un prato artificiale. Era il maggio del ’92. Poi venne tutto richiuso. Noi nascemmo nel ‘94”.

L’associazione pensò presto di collegare il parco con qualche evento pubblico e si inventò un premio letterario lanciando lo slogan “il libro incontra le basiliche”. Nacque una fondazione “premio Cimitile”, con dentro Regione, Provincia e Comune, e con l’”alto patronato del presidente della Repubblica”. Lo presiede, verrebbe da dire naturalmente, un Napolitano: il dottor Felice, informatore farmaceutico, il primo attivissimo presidente dell’associazione. Altri due Napolitano tra i sostenitori. Una settimana di appuntamenti con la cerimonia finale tenuta nella spettacolare cornice serale delle basiliche illuminate. Allora le istituzioni, i politici si mobilitano. Arrivano le tivù e ogni maligno potrebbe pensare all’ennesimo spreco di soldi pubblici, ignaro della fatica e della passione quasi ventennale di un gruppo di volontari. Premio per la migliore opera di narrativa inedita, che viene pubblicata dall’editore Guida. E poi le migliori opere di narrativa , saggistica e attualità. Premio di giornalismo, premio speciale e anche - pensate l’audacia - per la migliore opera edita di “archeologia e cultura artistica in età paleocristiana e altomedievale”.

Il premio, un campanile d’argento per ricordare che qui venne inventata la campana, è arrivato alla sedicesima edizione. Il presidente del comitato scientifico è Ermanno Corsi, gloria del giornalismo campano dalla schiena dritta. Tra i premiati Sergio Zavoli, Miriam Mafai, Luca Goldoni, Giulio Andreotti, Antonio Ghirelli, Michele Santoro, Giampaolo Pansa, Massimo Cacciari, Michele Prisco, Luciano De Crescenzo, Lucia Annunziata. Felice Napolitano presenta allora il tutto dal palco con una disinvoltura conquistata sul campo (“doveva vederlo le prime volte”, sorridono gli amici, “si emozionava e faceva le pause”). Poi passa la palla ai professionisti, alla musica e ai libri. “Perché lo facciamo? Per valorizzare la nostra storia”, risponde lui, “Per promuovere il nostro territorio tutto l’anno. Per fare diventare queste terre un’attrazione culturale, anche se oggi si parla solo dei rifiuti. Per promuovere la lettura, perché sono 28 su cento i campani che leggono un libro all’anno, contro i 44 della media nazionale”. Sembra quasi un programma di governo. E invece, stringi stringi, sono solo venti civilissimi cittadini. Contando le coppie, quaranta.

sono solo venti civilissimi cittadini. Contando le coppie, quaranta.

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