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Sandro Roggio
Cetto Laqualunque in Sardegna
19 Aprile 2011
Sardegna
Ecco come vogliono sgretotare il piano di Soru. Ma la lealità resiste. Corrispondenza per eddyburg

La Destra italiana è così. Mentre l'Italia è divorata da una crisi dura e incalzante su questioni drammatiche, il Parlamento si occupa delle leggi per B. In Sardegna il sistema produttivo è alla deriva e la miseria si vede dappertutto, ma molte energie sono spese per smantellare il Piano paesaggistico, una conquista per cui va alla Regione un plauso di organismi internazionali.

Lo schieramento di Berlusconi in Sardegna (non di Cappellacci: di Berlusconi) aveva annunciato in campagna elettorale, con toni estremisti e qualunquisti, l'intendimento di cancellare le principali disposizioni di tutela del PPR, e nella foga anche i più moderati (come l'ex ministro Beppe Pisanu) avevano usato parole forti contro le scelte del governo di Renato Soru. Nel proseguo, annunciata dalle dichiarazioni programmatiche del nuovo presidente, la demolizione del sistema di salvaguardia del PPR è stata descritta con cenni confusi, stile Cetto Laqualunque. Il Piano casa ha poi posto le premesse per dare un primo colpo, in un paio di articoli appositamente dedicati alla revisione dello strumento (norme davvero intruse, come si dice). Un disegno di legge correttivo del Piano casa (fortunatamente bocciato) conteneva la prova di un sospetto fondato: per modificare il PPR si immaginano scorciatoie e espedienti per dare risposte rapide e con azzardi come quello di resuscitare lottizzazioni abrogate dal PPR, con effetti terribili nelle aree di maggiore pregio.

Poi, secondo il copione, è iniziata la commedia, la solita: nello sfondo parole che fanno immaginare un esito nell'interesse di tutti avendo in mente l'obiettivo di produrre vantaggi per una parte. Così è stato dato il titolo ammiccante “Sardegna nuove idee” a una serie di iniziative propagandistiche con l' immancabile slogan “partecipazione e condivisione”. Facilitatori di parte all'opera e il bisogno di dare coperture all'azione (si è pure detto della partecipazione delle università sarde, mai confermata ma neppure smentita). “Diteci – sindaci dei comuni costieri – cosa volete cambiare nel punitivo PPR di Soru”. Ecco il metodo liquido, il governo regionale attende la lista delle richieste dalla base per fare risultare una massa di dissenso su cui fare leva. Un modo rozzo e demagogico: il governo non dice la sua idea di riforma in modo articolato e lascia ampi margini di ambiguità a partire dal solito concetto della Regione di Soru prevaricatrice di interessi locali.

Da una parte si pensa di mettere in moto il Piano casa – per le urgenze – e si capisce che la strada è in salita (1). Dall'altra si pensa di fare la variante, ma anche questa strada è in salita (2).

La salita 1 incontra ostacoli come la sentenza del CdS (Tuvixeddu) e una recente ordinanza dei giudici amministrativi (sulla applicazione del Piano casa in fascia costiera di Costa Smeralda) che spiegano che il PPR è solido tanto più a fronte di disposizioni regionali inammissibili (e forse incostituzionali) verso uno strumento che deriva da una legge statale e copianificato con il Ministero dei BBCC.

La salita 2 prevede il procedimento ordinario di variante al PPR che appunto si vorrebbe sgravato dalle faticose incombenze, come la ineliminabile azione di copianificazione con gli organi del Ministero BBCC, e della partecipazione delle associazioni ambientaliste, tutto previsto dal Codice Urbani. Un percorso obbligatorio nel quale si dovrebbe spiegare con argomenti scientifici la ambita cancellazione di vincoli a tutela di beni paesaggistici come la fascia costiera accuratamente definita/motivata nei documenti del PPR. Le aree più vicine al mare sono il luogo della contesa di sempre, specie l'ambito dei 300 metri, vera ossessione dei palazzinari che fanno i conti sugli investimenti in questa straordinaria ubicazione.

Ci proveranno con ogni mezzo e con chissà quante sbandate e al di là del buon senso. Il risultato, temo, non proverrà dal dibattito politico, dal confronto pure aspro su differenti idee di governo del territorio. Sarà una contesa tutta nel versante giuridico per via di forzature alle leggi, di disinvolte procedure piegate alle necessità di pochi. E' evidente che sempre più spesso gli scontri sui temi delicati arrivano nelle aule dei tribunali. La linea del governo regionale sardo potrebbe essere – in accordo con la linea romana – quella di andare allo scontro oltre le leggi. Il progetto berlusconiano che fa strame della legalità è ormai un dato acquisito.

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