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“Che fare se il mio paeese va a pezzi e nessuno protesta?”
23 Luglio 2010
Lettere e Interventi
Caterina Diemoz, semplice cittadina di Porcia (PN)

Caro Eddyburg, non sono consigliere comunale come l'udinese che in precedenza ti ha scritto, ma semplice cittadina. Non sono nemmeno di sinistra, e vivo in un comune amministrato dalla Lega Nord nella limitrofa provincia di Pordenone: ma Lega Nord o PD, cambia davvero qualcosa?.

Scrivo qui perchè, dopo aver letto i tuoi editoriali, mi pare l'unico sito in cui trovare qualcuno che capisca quel che dico: cioè che Porcia, il mio bel paese un tempo di 10.000 abitanti (oggi di 15.000, fra qualche anno non so) 40 anni fa aveva un borgo medievale con castello cinto da mura, oggi ha un centro "storico" sventrato e sfigurato da una strada di grande scorrimento; 40 anni fa era rivestita di valli e vallette di origine glaciale e boschi planiziali e irrorata di polle, rivi, fontanili e laghetti (siamo nella pianura friulana, area di risorgiva), oggi la quasi totalità di tutto questo è stata dichiarata zona industriale, residenziale, commerciale e abbiamo, disseminati ovunque, 700 appartamenti sfitti. Pazienza per le fabbriche e le case dei primi anni: davano lavoro e dimora alla gente. Ora, invece, è lo scempio legale che imperversa da due decenni. Infatti, se demolire un immobile storico è impresa più difficile, così non è per un umile bosco, un laghetto, un prato e le loro creature, i cui fragili fili che li legano alla salute di ogni essere vivente è invece facile lacerare a colpi di piani regolatori e denaro sonante.

Io scrivo e pubblico in zona (è l'unica cosa che so fare) ma non serve a nulla. Ho letto con interesse il tuo splendido ultimo editoriale, cercherò di farne tesoro e di diffonderlo in loco, ma il problema è che un sito come il tuo dovrebbe esistere in ogni regione d'Italia. Associazioni benemerite come Legambiente e altre non possono occuparsi di tutto, e pertanto limitano e selezionano i loro obiettvi. Il problema è che ad occuparsi del territorio dovrebbero essere soprattutto i suoi abitanti: i quali, invece, sono disposti a scannarsi davanti alla TV pro o contro Berlusconi, pro o contro l'Inter (faccio per dire) ma di destra o di sinistra che siano, nemmeno un briciolo delle loro preziose energie sono disposti a donarle per la terra che li nutre, andando a bussare alle porte dei signori amministratori.

Permetti solo qualche considerazione. Io non credo all'assunto Berlusconi + televisione= Mussolini. Io sono convinta che la gente il cervello per pensare ce l'ha intatto, a dispetto del Grande Fratello. Solo che spesso non vuole usarlo: non l'ex operaio che vuol star bene come tutti e gli fa comodo che il suo fazzoletto di terra diventi edificabile; non il giornalista di sinistra o di destra che preferisce rilanciare cento volte le stesse notizie (Berlusconi, Tremonti, Fini, se addizioni mille altri addendi il risultato non cambia) piuttosto che puntare su inchieste davvero dalla parte dei cittadini come quelle sullo scempio dell'ambiente e del paesaggio; non l'uomo qualunque che non sa nemmeno da dove arriva l'acqua che beve perchè non investe in cultura ma in telefonini, multisala, pizzerie domenicali, cioè esattamente quello schifo di contenuti che immediatamente stipano i fabbricati di cemento appena eretti dai palazzinari di turno.

Il mio non era solo uno sfogo: se hai altri suggerimenti da darmi, oltre a quelli del tuo ultimo bellissimo articolo, saranno i benvenuti. Grazie

Anche gli sfoghi servono, se aiutano altri ad accrescere la consapevolezza dei danni che subiamo. Credo che l’obiettivo cui dobbiamo mirare sia proprio quello di far aumentare lo spirito critico: se vogliamo che qualcosa cambi occorre che i cervelli intorpiditi si rimettano in moto. Occorre che ciascuno comprenda che paghiamo tutti per gli stravolgimenti che ti denunci: anche quelli che credono di beneficiarne. Per esempio, bisogna far capire all’ex-operaio che se tutti i pezzettini di terra come il suo diventano edificabili lui diventerà un po’ più ricco come proprietario, ma come cittadino pagherà il prezzo del paesaggio distrutto, dell’ambiente più inquinato, del traffico più impazzito, del’acqua più scarsa e più sporca, delle tasse più alte per avere scuola, sanità e pulizia. Un prezzo alto, che non sarà solo lui a pagare, ma anche i suoi figli e nipoti e pronipoti…

Io non credo che tutti i partiti siano uguali, ma sono convinto che subiscano tutti il fascino di questo sviluppo, di questo modo di sputtanare il territorio: il Partito del mattone è il nuovo partito unico, che si sta formando e in gran parte esiste già. Bisogna rinnovare il modo di fare politica, partendo dalle cose, dalla loro comprensione, dell’aggregazione delle persone che vogliono cambiare il mondo nella stessa direzione. Come diceva lo scolaro della Scuola di Barbiana, “il mio problema è anche quello degli altri, e risolverlo da solo è l’avarizia, risolverlo insieme è la politica” (Lorenzo Milani,
Lettera a una professoressa, Firenze, 1967).

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