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Notizie da Venezia. Mose, sub lagunare, Tessera City
13 Maggio 2010
Terra, acqua, società
Nelle cronache de la Nuova Venezia, del 5 all’11 maggio, notizie buone e cattive negli atteggiamenti degli eletti, in comune e all’Iuav. Con postilla

«I rischi del Mose? Solo teoria»

Rapporto segreto del Magistrato alle Acque

sulle paratoie

di Alberto Vitucci

I consulenti del Consorzio Venezia Nuova rispondono allo studio presentato dalla società navale Principia

«Le critiche tecniche al Mose? Un elegante esercizio teorico. Ma quello che succede a una o due paratoie in oscillazione con il mare agitato non può avere alcun riscontro nel reale, cioè nella schiera delle 20 paratoie nell’ambiente lagunare». Dieci pagine di risposta, firmate dal presidente del Magistrato alle Acque, Patrizio Cuccioletta, e sottoscritto dai relatori del comitato tecnico di Magistratura: gli ingegneri Mayerle, Datei, Da Deppo e Stura. Un rapporto che risale al novembre scorso, ma non è mai stato reso pubblico. Inviato in forma privata all’ex sindaco Massimo Cacciari che aveva commissionato alla società di ingegneria francese Principia uno studio di verifica sul funzionamento del Mose. Studio che aveva dato esiti preoccupanti. «In caso di mare mosso», erano le sue conclusioni, «il sistema potrebbe non funzionare, perché le singole paratoie entrano in risonanza». Un difetto già segnalato negli anni Novanta dal professor Chang Mei, consulente del Consorzio Venezia Nuova e professore del Mit, nominato dal governo tra i «saggi» che hanno dato il parere sulla grande opera.

Per rispondere alle dure critiche che hanno messo in dubbio il funzionamento delle dighe mobili, il Magistrato ha fatto ricorso proprio a un parere del professor Mei, e a quelli di un gruppo di esperti che hanno collaborato con il progetto del Mose, Paola Malanotte, Gerhard Jirka, David Parks e Rafael Bras.

La «difesa» del Mose punta soprattutto sul fatto che lo studio di Principia è stato fatto sulla base di modelli matematici. «Le possibili oscillazioni subarmoniche del sistema di barriera erano già note», scrivono i quattro, «l’analisi non lineare presentata da Principia è viziata, in quanto ignora aspetti significativi quali le interazioni fra paratoie multiple, tra paratoia e onde, paratoia e corrente». Viene anche ignorata, secondo gli esperti del Magistrato alle Acque, «la corretta geometria del sistema».

Numero delle paratoie, canale di bocca, effetti di smorzamento. Dunque, le «oscillazioni subarmoniche» delle paratoie denunciate da Principia come rischio effettivo in caso di mare agitato sarebbero ampiamente eliminate, secondo il Magistrato, «quando il sistema è studiato considerando questi fattori e utilizzando i modelli fisici e non quelli matematici». Una tesi sottoscritta anche dal professor Mei: «I casi esaminati con sola uno o due paratoie sono di dubbio valore», scrive Mei, «Principia ha adottato una geometria semplificata con un canale infinitamente lungo, che con corrisponde alla configurazione reale delle tre bocche di porto».

In conclusione, secondo i progettisti del Mose, si tratterebbe di studi fatti con un modello matematico per la dinamica delle navi in mare aperto, trascurando la particolarità del moto ondoso e gli effetti dissipativi». Lo studio limitato a una sola paratoia, secondo gli ingegneri del Magistrato alle Acque, sono «del tutto anomali e mai riscontrati nei modelli fisici».

Una risposta netta, che riaccende il dibattito. Quanto al Mose, i cui lavori sono arrivati al 62 per cento, il professor Mei si dice certo che «il gruppo di progettazione del Magistrato alle Acque sia in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per convincere le persone interessate della validità del progetto Mose».

Sabato, 08 maggio 2010

Sublagunare, ecco le stazioni

Mostra dell’Iuav a Santa Marta, protesta degli studenti

di Alberto Vitucci

Il rettore Restucci «Discutiamone» - In laguna e in centro sono previste piattaforme in cemento e scale mobili

«Sublagunare al servizio della Grande Venezia». Non ha dubbi sulla necessità della grande opera il professor Gianni Fabbri, docente Iuav che ha inaugurato ieri all’ex Cotonificio di Santa Marta la mostra sui progetti delle nuove stazioni.

Ma la festa è stata rovinata dalla dura protesta degli studenti, presenti ieri in forze all’inaugurazione della mostra. «L’assegnazione dall’alto di queste tesi e la loro sponsorizzazione», ha detto Riccardo Bernami, del Consiglio degli studenti, «è un segnale chiaro a sostegno di un progetto che il mondo accademico non ha approvato. La ricerca non deve essere orientata a favore di dubbi interessi privati con denaro pubblico, ma al servizio della collettività». Contestazione a cui ha risposto il rettore Iuav Amerigo Restucci: «L’Università non ha fatto alcuna scelta di campo, siamo disponibili a un dibattito sul tema con gli esperti e rappresentanti degli studenti».

Mostra ambiziosa, quella aperta ieri - fino al 22 maggio - con i progetti della megastazioni che potrebbero presto riempire la laguna e la gronda di ferro, cemento e nuovi turisti. Piattaforme di calcestruzzo, scale mobili, spazi sottratti all’acqua e aggiunti al contesto urbano di Venezia. Secondo i professori Iuav sponsor dell’iniziativa, le fermate della sublagunare saranno 12, da Tessera a Santa Marta passando per Murano, Fondamente Nuove, Lido, «Polo Arsenale» e «Polo museale marciano». Uno stravolgimento epocale del sistema di trasporto per via acqua. Al Lido la struttura imponente e fuori scala, anticipata in piccola parte dalla vela del nuovo pontile Actv che tanto ha fatto discutere. «La stazione è come un’isola all’interno dell’arcipelago veneziano», si legge nel catalogo della mostra, con copertina stile Turner e all’interno i disegni delle enormi piattaforme sull’acqua di Santa Marta e Lido. Secondo Gianni Fabbri - l’ingegnere che curò anni fa il restauro statico della Scuola Grande della Misericordia, in parte poi rifatto dal Comune - «nella stazione si compie un evento, si dà senso a quel traumatico passaggio tra il sottosuolo sott’acqua e l’emersione stupefacente nella città d’acqua». Poesia che dovrà fare i conti con le grandi uscite di sicurezza, vere piattaforme disseminate in laguna ogni 600-100 metri e con le stazioni che stravolgeranno non soltanto lo skyline ma l’equilibrio socio economico delle aree interessate, a cominciare dalle Fondamente Nuove.

La città non ha deciso, e della sublagunare non ha mai discusso. Ma intanto l’iter del primo progetto (Tessera Arsenale, 650 milioni di euro) va avanti e aspetta i finanziamenti al governo, già promessi dall’ex ministro Lunardi all’ex sindaco Paolo Costa. L’assessore Ugo Bergamo è favorevole, il sindaco Orsoni anche, se pur con qualche riserva. Ambientalisti e cittadini annunciano battaglia. Ma imprese e consulenti hanno già fiutato il business e si preparano a sfruttarlo.

Domenica, 09 maggio 2010

Micelli dichiara guerra al Pat

«Piano da rifare», braccio di ferro con il Pd

di Mitia Chiarin

Ogni assessore che arriva è più «bravo» del precedente. Risultato: si allungano i tempi e aumentano i costi. Già spesi 2,5 milioni di euro

«Entro fine anno il Piano di assetto del territorio dovrà essere approvato. Ma l’attuale stesura porta con sè ambiguità su cui dobbiamo ragionare tecnicamente e politicamente, valorizzando il lavoro fatto dagli uffici». Il nuovo assessore all’Urbanistica Ezio Micelli conferma la scelta del sindaco Orsoni che in Consiglio comunale l’ha definita una delibera decaduta. «Valuteremo se riscriverla».

Se sarà riscritto completamente, Micelli non lo dice. Ma poco ci manca, comunque. Il nuovo assessore all’Urbanistica assicura che la priorità dei prossimi mesi del suo assessorato sarà la questione Pat. «Occorre tornare sui temi fondamentali per mettere dei punti fermi con i gruppi politici e lo si fa con serenità. Se si andrà ad una riscrittura è un aspetto tecnico che valuteremo con il sindaco - dice Micelli - di certo non butteremo via il lavoro fatto in questi anni dagli uffici». Tre anni di lavoro dell’Urbanistica e dell’ex assessore Gianfranco Vecchiato, costati 2 milioni e mezzo di euro. Ma ora i tempi sono destinati ad allungarsi ancora con la decisione della nuova giunta Orsoni. Per il sindaco si tratta di una «delibera decaduta» con la vecchia giunta. Il Pd con il segretario Gabriele Scaramuzza ha reagito invitando il sindaco a riprendere la questione «senza azzerare il lavoro fin qui fatto». Dal Pdl, Renato Boraso ha minacciato in Consiglio di rivolgersi alla Corte dei conti. Il piano non era stato approvato a fine legislatura per critiche e veti che Cacciari aveva definito figli di «miopia politica», criticando sia parte del centrosinistra che il centrodestra. «L’ambiguità del Pat non sta nel lavoro fine degli uffici ma nel fatto che non si capisce se si vuole uno sviluppo sostenibile o una decrescita felice. Quest’ultima non è nella mia agenda», spiega Micelli. Quadrante di Tessera e sviluppo di Marghera, assieme al dimensionamento del piano (le previsioni sui nuovi residenti), i temi su cui lavorerà. «Il Quadrante va visto come un polo con processi da governare e un forte contenuto di sviluppo sostenibile, collegato ai temi della Mobilità. Va visto anche come una porta d’acqua verso Venezia, che raddoppia gli spazi verso piazzale Roma, e riunisce parti di città oggi distanti». Certo è, e lo sanno tutti, che sul Quadrante non si può modificare, pena la soppressione del piano, figlio di un accordo tra Comune, Regione e Save. Su Marghera, dice il nuovo assessore, occorre puntare su un futuro di logistica e prime lavorazioni industriali «senza chimere e progetti monumentali che poi nessuno vuole realizzare e riconoscendo l’entità portuale». Serve poi snellire la burocrazia: da qui il lavoro di riforma degli uffici Suap e Suer.

Domenica, 09 maggio 2010

Il rettore Amerigo Restucci prende le distanze

dalla mostra sulle megastazioni

«Iuav non spinge la sublagunare

adesso il convegno sulle alternative»

di Alberto Vitucci

«Il contributo di una comunità scientifica consiste nel mettere a confronto idee e proposte diverse»

Laguna stravolta da enormi piattaforme di cemento. Fondamente invase da megastazioni, scavi, scale mobili, tunnel, calcestruzzo e una marea di nuovi turisti. Si riaccende la polemica sulla sublagunare.

Un assaggio si è avuto l’altr mattina in Marittima, all’inaugurazione della mostra organizzata dal professor Giovanni Fabbri sulle nuove stazioni. «Sublagunare al servizio della Grande Venezia», c’è scritto con enfasi sui pannelli esposti. «Incubo futurista e stravolgimento della città e dei suoi equilibri», hanno risposto gli studenti arrivati in forze a protestare. Ora arriva una netta presa di distanza del rettore dell’Iuav Amerigo Restucci. «Mi hanno invitato e sono andato», dice, «mi aspettavo che fossero illustrate tesi di laurea e non una sola tesi esposta contanta magniloquenza. L’Iuav non è schierato in favore dell’opera. Anzi, ci sono posizioni molto differenziate tra gli studiosi, ed è mia intenzione metterle a confronto. Entro il mese di maggio organizzeremo un grande convegno per discutere sulla sublagunare, ma anche di alternative. Questo deve essere il contributo della comunità scientifica».

Gherardo Ortalli, docente di storia a Ca’ Foscari ed esponente di Italia Nostra, definisce la sublagunare «un progetto pericoloso». «Avrebbe un impatto pericoloso e causerebbe gravi danni alla città. Italia Nostra darà battaglia in tutte le sedi», dice.

A sostenere il treno sotto la laguna sono forti interessi economici, con un consenso politico trasversale. Ugo Bergamo, attuale assessore alla Mobilità della giunta Orsoni, era sindacao nel 1990 quando la prima proposta di sublagunare (da Tessera al Lido, a San Marco) venne bocciata sull’onda dell’indignazione internazionale. Dodici anni dopo, la giunta Costa aveva approvato un nuovo progetto da Tessera all’Arsenale, non fermato dalla giunta Cacciari e ora al Cipe per il finanziamento. Per questa tratta servono 700 milioni di euro (erano la metà nel 2005), ma adesso i progetti parlano di prolungare l’annello fino al Lido e Chioggia. La grande opera va avanti, anche se sono 12 mila le firme raccolte dal comitato «Nosublagunare» in pochi giorni e sempre più numerose le voci che chiedono di puntare su motonavi e hovercraft.

Lunedì 10 maggio 2010

«Con le dighe mobili sviluppo sostenibile»

Il sindaco al congresso con il principe Alberto di Monaco

di Giacomo Cosua

Lo stato del Mose, i suoi progressi e il futuro della laguna: saranno questi i temi che verranno trattati oggi durante la seconda giornata del 39º convegno della Commissione scientifica del Mediterraneo (Ciesm), presieduta dal principe Alberto di Monaco, presente ieri al Lido. Proprio sul Mose è intervenuto ieri il sindaco Giorgio Orsoni: «Venezia si candida ad essere una città esempio dello sviluppo sostenibile per quanto riguarda le attività marine e marittime, focalizzando la propria attenzione per il Mediterraneo», ha detto, «tra qualche anno inaugureremo in sistema di regolazione della maree unico al mondo».

Il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha invece sottolineato come «la difesa del Mediterraneo deve passare da politiche coerenti per un ambiente condiviso, anche perché il riscaldamento globale impone delle scelte non rinviabili». Ieri, dopo il convegno, il principe Alberto e il ministro Prestigiacomo hanno pranzato insieme all’Harry’s bar.

Questa mattina intanto a parlare del recupero della laguna di Venezia, ci saranno tecnici chiamati da Cnr, Ismar, Consorzio Venezia Nuova, Magistrato alle acque e Ciesm. A parlare dalle 9 sarà Alberto Giulio Bernstein del Consorzio Venezia Nuova e Roberto Zonta del Cnr di Venezia. Tra i professori universitari veneziani è previsto l’intervento di Patrizia Torricelli dell’Università di Ca’ Foscari. Nutrito anche il contributo del Cnr-Ismar con Luca Zaggia, Sandro Carniel e Daniele Cassin.

Non solo recupero della laguna tra gli argomenti trattati dal convegno, ma anche un approfondimento sui segnali di cambiamento, attraverso un dibattito sulle modificazioni idrologiche connesse al cambio di temperatura. Il dibattito sarà moderato dal professor Paolo Nunes dell’Università Ca’ Foscari. Il principe Alberto di Monaco ieri ha sottolineato l’importanza del convegno: «In questi giorni di dibattito e di relazioni scientifiche si potrà capire di più per quanto riguarda le condizioni della laguna». Il sindaco Orsoni inoltre ha dato segnali di fiducia sul Mose: «La grandezza di quest’opera consiste nel fatto che regolerà e non interromperà il rapporto tra Venezia e il mare, ma anche per quanto riguarda le attività marittime del Porto, che potranno continuare», ha concluso Orsoni. Oggi e domani il convegno tenterà di portare all’attenzione di tutti le problematiche del Mediterraneo, mare che di giorno in giorno sta diventando un ecosistema sempre più fragile.

Martedì 11 maggio 2010

«Vogliamo garanzie sul Mose»

Tre ingegneri contestano il Magistrato alle Acque

«Dateci garanzie precise sul funzionamento del Mose». Mentre il sindaco Giorgio Orsoni ne ha parlato ieri al Lido in termini entusiastici, i dubbi sulla grande opera non sono dissolti. Tre ingegneri specializzati in tecnologìe marine, autori di un progetto alternativo alle dighe mobili, puntano ora il dito contro le «non convincenti» risposte date dal Magistrato alle Acque alle critiche della società di ricerche marine Principia. In uno studio commissionato dal Comune lo scorso anno, i tecnici della società francese avevano puntato il dito contro «l’instabilità» delle paratoie in condizioni di mare agitato. Il Magistrato alle Acque ha fatto rispondere i suoi consulenti. Ma adesso gli ingegneri Vincenzo Di Tella, Paolo Vielmo e Giovanni Sebastiani introducono nuovi elementi di dubbio. Secondo gli ingegneri non è stata dimostrata la certezza che la instabilità di una singola paratoia - ammessa anche dai progettisti - non si rifletta sull’intero sistema.

Non basta nemmeno, secondo Di Tella, aver verificato il comportamento delle paratoie su un modello fisico in scala ridotta, perché qui «non si possono verificare gli effetti delle forze viscose». Gli esperti del Magistrato alle Acque (i consulenti del Mit, l’ingegnere cinese Chan Mei e il Comitato tecnico di magistratura) non hanno considerato il confronto con la paratoia a gravità, progettata da Di Tella. Gli ingegneri ribattono che «le procedure da loro usate per la progettazione sono corrette» e le paratoie a gravità (che si alzano e affondano con la sola forza della corrente, a differenza di quelle del Mose che hanno bisogno di energìa per essere sollevate controcorrente) «sono stabili».

Una polemica che rischia di riesplodere proprio nelle ore in cui al Lido si celebra in pompa magna la bontà del progetto Mose. Dubbi che sono stati anche ricordati nel rapporto della Corte dei Conti e della Bei, la banca europea degli investimenti che prima di concedere il prestito per l’ultima fase dei lavori del Mose ha chiesto alcuni chiarimenti. Il rapporto di Principia era stato consegnato al sindaco Cacciari nell’autunno dello scorso anno. Le risposte del Magistrato alle Acque sono state inviate al Comune «in forma privata» nel novembre scorso e mai rese note. La Nuova le ha pubblicate qualche giorno fa.

Postilla

Riassumiamo. La nuova giunta è schierata a difesa del MoSE, nonostante il giudizio negativo della nota società francese Principia, interpellata a suo tempo dal sindaco Massimo Cacciari, e la contrarietà che lo stesso comune aveva più volte espresso (e nonostante la VIA negatva, le critiche della Corte dei conti ecc. ecc.); del resto, un rappresentante del Consorzio Venezia Nuova è stato chiamato dal sindaco tra gli assessori. Da qualche accenno del sindaco e del nuovo assessore all’urbanistica sembra che non ci siano troppe esitazioni a costruire qualche nuovo grattacielo a Mestre, a confermare la nuova città degli affari a Tessera e a dare i via libera alla metropolitana sublagunare. A favore di quest’ultima si schiera una parte dell’Iuav, mentre il nuovo rettore, Amerigo Restucci, prende le distanze e prepara una contromossa.

Intanto i comitati e le associazioni chiedono un incontro al nuovo sindaco per chiedergli di rispettare almeno la doverosa trasparenza sugli atti della giunta, prima che vengano presentati, blindati, in Consiglio, e di aprire il dibattito su “ragionevoli alternative” alle scelte più rilevanti. Ma di questo le cronache non parlano ancora.

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