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Antonio Massari
Gli abusi edilizi in Campania? Salvi per decreto
24 Aprile 2010
Abusivismo
Demagogia + Neoliberalismo all’italiana + Sostegno alla camorra + Incitamento all'illegalità = Decreto del governo: fottuto il futuro. Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2010

Patto rispettato: la Carfagna lo aveva promesso in campagna elettorale

Ischia, i carabinieri all’alba sequestrano immobili per 4.500 metri quadrati e 11 milioni di euro, denunciando 51 persone per abusivismo edilizio. Roma, poche ore dopo: il Consiglio dei ministri approva un decreto legge che congela, in tutta la Campania, le demolizioni delle strutture abusive. Ruspe bloccate fino al 30 giugno 2011. Un decreto di pochi articoli e via: sentenze e processi, durati decenni, diventano improvvisamente carta straccia. “È il buongiorno di Stefano Caldoro”, commenta l’europarlamentare dell’Idv Luigi de Magistris. “Il presidente della Regione, con il consenso del Governo, ha dato il via libera al sacco edilizio della camorra. Uno schiaffo alla giustizia: con un gesto hanno cancellato le sentenze che consentivano le demolizioni”. E sono tantissime. Nei prossimi giorni, per esempio, a Camaldoli rischia di saltare la demolizione di una beauty farm del potente clan Polverino. Per salvarla, utilizzando il decreto, sarà sufficiente uno stratagemma: infilarci qualcuno che dichiara di non avere altra casa in cui abitare. Trentamila demolizioni previste, dalla Procura Generale, nel solo distretto di Napoli. Circa sessantamila in tutta la Campania. Quando il decreto sarà pubblicato, si potranno demolire soltanto le strutture abusive posteriori al 2003, molte delle quali, però, non sono ancora giunte all’ultimo grado di giudizio. L’ultima demolizione risale ad appena nove giorni fa.

È il 15 aprile. Sant’Antonio Abate, hotel La Sonrisa: demolita una mansarda di 400 metri quadri realizzata dalla società Ipol e poi affittata all’albergo. A difendere la Ipol, in una valanga di ricorsi e contro-ricorsi, un avvocato napoletano: Carlo Sanno. Parliamo dello stesso Sanno, parlamentare del Pdl, che ha firmato il disegno di legge, approvato ieri dal Governo, con il quale si bloccano le ruspe e si autorizza, di fatto, una nuova sanatoria. Curioso. E fu proprio in un comizio a Sant’Antonio Abate – il luogo delle ultime 5 demolizioni effettuate – che Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, promise che le ruspe, in Campania, sarebbero state fermate: a patto che Stefano Caldoro vincesse le elezioni regionali. “Studieremo una legge regionale, d’intesa con il governo, per fermare le demolizioni”. Caldoro ha vinto. E le ruspe ora rischiano la paralisi. Potremmo chiamarlo l’editto di Sant’Antonio Abate. Un’opera buona e caritatevole, ha spiegato ieri il ministro Carfagna: “Il Governo non poteva assistere impassibile al fatto che, con gli abbattimenti, molte donne con bambini, anziani, addirittura disabili, tutti senza un'altra abitazione, venissero lasciati in mezzo a una strada”. Donne, anziani, bambini e disabili senza abitazione. Vediamo un po’: il 10 dicembre, a Sant’Antimo, è stata abbattuta una villa da 800 metri quadri. Non era una stamberga per diseredati. Se non bastasse, era priva di cemento armato poiché – spuntata veloce come un fungo – era costruita con acqua sabbia e polvere. Ma il ministro ragiona così: “Questo decreto è necessario per fare chiarezza e avviare un percorso virtuoso che riporti la legalità anche nell'edilizia campana”. Il decreto – che riguarda gli “immobili stabilmente occupati” da soggetti che “non hanno altra abitazione” e “costruiti entro il 31 marzo 2003” – presenta una sola eccezione: si demolirà, comunque, se esistono “pericoli per la pubblica o privata incolumità”. Riguardo i “vincoli paesaggistici”, invece, il provvedimento apre il cancello alle interpretazioni: dispone una “ricognizione” sui “vincoli di tutela paesaggistica”. “Ricognizione”. Le strutture che violano il paesaggio, nel frattempo, “rischiano” di restare in piedi. È questo il “percorso virtuoso” che porterà “la legalità nell’edilizia campana”. E infatti: Legambiente impugnerà il decreto, perché qui, le demolizioni, rappresentano la vera sfida alla camorra e alla speculazione selvaggia. Nel 2000, quando fu demolito il Villaggio Coppola – otto torri da 12 piani, con porticciolo e chiesa annessa – il presidente della commissione d' inchiesta sui rifiuti, Massimo Scalia, dichiarò: “Il clima è cambiato: il ripristino della legalità è la condizione per uno sviluppo senza collusione con la criminalità organizzata”. Dieci anni dopo, il clima cambia per decreto, si bloccano le ruspe nella regione dove soltanto a Salerno – secondo l’Agenzia del Territorio – esistono 93mila fabbricati (o ampliamenti) non dichiarati in catasto. Non si tratta necessariamente di fabbricati abusivi, precisa l’Agenzia, ma un fatto è certo: esistono 93mila strutture “fantasma”. Soltanto a Salerno.

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