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"Siamo pieni di speranza"
20 Agosto 2008
Lettere e Interventi
Lodo Meneghetti 29.06.2004

Caro Eddy,anche questa volta il tuo fondo del 28 giugno è da sottoscrivere. Ammiro la chiarezza con la quale indichi il compito che la sinistra (il centrosinistra?) ha di fronte: da subito dove è diventata localmente maggioranza e nella prospettiva biennale di preparazione alle elezioni politiche (e all'intermezzo regionale) da vincere su una base di assoluta differenziazione dal modello berlusconiano e di impegno a ridurlo in macerie. Cosa non facilissima, pensi tu e pensiamo tutti con te, appunto perché certi germi della poliposa malattia che ha contagiato buona parte della popolazione sono penetrati anche, come la scabbia, sotto la pelle di qualche politico nominalmente all'opposizione. Tant'è, oggi siamo contenti e, benché alieni da entusiasmi infantili grazie a frequenti verifiche dei fatti in un lungo passato, siamo pieni di speranza, dico la speranza che a ognuno è concessa e che è certo meno della piena fiducia in tutti i comandanti del barcone del centrosinistra. E poi debbo essere, io, contento nel particolare come milanese e come originario novarese. Le province hanno scarsa importanza, si ritiene comunemente, eppure il caso di Milano è due volte importantissimo: perché rappresenta da un lato l'atteso segnale di valore generale proveniente dalla più simbolica oltre che ben munita fortezza berlusconiana, dall'altro l'occasione di sperimentare nel concreto un modo nuovo di svolgere i compiti di politica sociale e territoriale che comunque spettano alla provincia (per esempio varie forme di assistenza sociale, gestione di istituti scolastici per la parte edilizia e, specialmente interessante per noi urbanisti e architetti, stesura dei piani paesistici). Nota che la provincia di Milano, una volta che sarà sottratta fra breve la nuova provincia di Monza, dopo quelle di Como, Lecco e Lodi, viene quatta quatta a corrispondere territorialmente pressappoco a quella specie di area metropolitana per la quale chiedevamo due decenni fa veste istituzionale, con relativo governo superante la logica dei cento sindaci, o meglio dei novantanove sindaci deboli sotto il peso del primato di Milano. Quasi che si rilanciasse il famoso comprensorio 21 fra i trentadue lombardi, circa la creazione dei quali s'era dato quel tale accordo fra le forze politiche e culturali che sparì di colpo insieme al disegno dei comprensori: peraltro silenziosa e incomprensibile la sinistra ai cui "storici" impegni risaliva la funzione del Centro studi volta alla costituzione del Piano comprensoriale (come decenni prima del Piano intercomunale). Quanto alla provincia di Novara, un solo esempio: attendiamo un'immediata azione urbanistica di alta rilevanza: mi spiego: è pronto da tempo un bellissimo progetto dettagliato del nostro collega Sergio Rizzi per il Parco della battaglia, la battaglia che si combatté nelle campagne a sud della città (alla Bicocca) conclusa con l'armistizio nelle mani del generale Radetzki e l'esilio del re Carlo Alberto. Il piano ha ricevuto tutte le approvazioni "superiori", sovrintendenza compresa, e avrebbe dovuto approdare appunto a un più ampio Piano paesistico, in effetti già predisposto da Rizzi. Ed ecco l'amministrazione provinciale di centro-destra affossare tutto, parco e piano paesistico; ed ecco il compito di rilancio e piena realizzazione che spetta nell'immediato al centrosinistra. In breve sui punti del tuo fondo che ritengo prioritari Analisi scientifica delle forze in gioco: ho sempre sostenuto che non si può impostare alcuna politica sociale e, specificamente, territoriale, se non si capisce la distribuzione e il peso (e ovviamente il mutamento in serie storica) delle diverse classi presenti alle diverse scale sul territorio (perdono, meglio dire webernianamente ceti). Anche nei progetti a scuola queste erano basi del progetto insieme all'analisi fisica. Patrimonio comune: la destra odia i valori comuni e gli obblighi societari. I maledetti slogan tipo è il mercato che comanda, è l'interesse (e il benessere) individuale che decide forse hanno intaccato qualche mente dell'opposizione, ma c'è abbastanza tradizione "comunista" nella sinistra per ricuperare nel senso che delinei. Assoluta mancanza a sinistra, per lunghi decenni, del tema territorio: nessuno può smentirti. La mia disperata posizione in merito al territorio e all'ambiente e al paesaggio e all'architettura la conosci. Tuttavia quel 10 % di territorio ancora "salvo" cui altra volta ho accennato, lo si protegga sul serio per dio, si pianifichi per ricostruire o per non erigere (ved. altrove), ci si rivolga con uguale vocazione difensiva e dimostrativa a preservare dai perenni aggressori le città, le campagne, le coste, le montagne..., insomma il patrimonio della geografia nazionale residuale, in vista speranzosa di un possibile incremento futuro: se governeranno a lungo dei giusti nella misura in cui (apposta berlinguerianismo) ce ne saranno.Ciao, Lodo

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