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Edoardo Sassi
Protesta e assemblea: gli archeologi rifiutano il commissariamento
21 Febbraio 2009
Beni culturali
Appassionata e affollatissima l’iniziativa cui ha partecipato anche eddyburg. Dal Corriere della Sera, ed. Roma, 21 febbraio 2009 (m.p.g.)

La protesta continua. E contro il ventilato commissariamento — per ora solo annunciato dal governo — dell'area archeologica centrale di Roma (Colosseo, Domus Aurea, Palatino...) e del complesso di Ostia Antica, si è svolta ieri un'infuocata assemblea-conferenza stampa alla quale hanno partecipato un centinaio di addetti: funzionari delle soprintendenze coinvolte, sindacati, professionisti, associazionismo legato alla tutela (Italia Nostra e Comitato per la Bellezza, tra gli altri).

La preoccupazione, per tutti, è che dietro l'annunciato provvedimento (che dovrà essere trasformato in atto del governo e di cui per ora si ignorano i contenuti, salvo quelli di un comunicato stampa del ministero per i Beni culturali) possa celarsi il tentativo di una "privatizzazione di fatto". E nell'attesa di conoscere il provvedimento nei dettagli, gli archeologi tentano di tenere desta l'attenzione su un problema che giudicano di primaria importanza (e continua il tamtam su possibili occupazioni simboliche dei monumenti, mentre per la prossima settimana è allo studio l'ipotesi di un'assemblea all'interno del Colosseo con chiusure lampo del sito).

A sposare i dubbi degli archeologi contro l'ipotesi commissario speciale (Guido Bertolaso, con l'assessore comunale Marco Corsini vicecommissario attuatore) voluta dal ministro Sandro Bondi e dal sottosegretario Francesco Giro in accordo con Alemanno, anche settori della sinistra. Presenti ieri il deputato Walter Tocci e l'assessore regionale (Cultura) Giulia Rodano, che ha annunciato possibili ricorsi alla Corte costituzionale "se non avremo risposte chiare in merito alla presunta emergenza. Come Regione siamo contrari a un provvedimento immotivato.

Qual è l'emergenza che spinge lo Stato a commissariare se stesso? Non credo le infiltrazioni al Palatino o le cicche nei Fori".

"Prima si tagliano risorse e personale — hanno spiegato alcuni relatori — riducendo al collasso il sistema, poi si decide di commissariare tutto. Non risulta che il patrimonio archeologico si trovi in situazione di rischio conservativo tale da richiedere un intervento straordinario di Protezione civile fuori dall'ordinaria amministrazione. Basterebbe che il governo riservasse un'attenzione al settore, senza tagli a mezzi e fondi".

In serata, replica del sottosegretario Giro: "L'emergenza c'è, esiste, è visibile. È stata più volte denunciata dai cittadini, ai quali una risposta deve esser data in tempi brevi. Non ammetterlo sarebbe atto irresponsabile e immorale sotto il profilo amministrativo e politico. Sono ottimista che si possa presto concludere la procedura per l'avvio di una fase commissariale che affronti il grave stato di degrado e dissesto".

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