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No all’archelogia commissariata
8 Febbraio 2009
Beni culturali
Si allarga la protesta contro il commissariamento: alcuni comunicati e due interventi sul Corriere della Sera, ed. Roma del 7 e 8 febbraio 2009 (m.p.g.)

La protesta degli archeologi "Il Commissario? Occupiamo il Colosseo"

Edoardo Sassi – Corriere della Sera, ed. Roma, 7 febbraio 2009

L'ipotesi (ma è molto più di un'ipotesi) è venuta fuori ieri durante un'infuocata assemblea di addetti ai lavori convocata all'università "La Sapienza": "Siamo pronti a occupare il Colosseo ". Parola di archeologi (tutti d'accordo: funzionari di soprintendenze, studenti, associazioni di categoria, liberi professionisti...) e infuriati per il "vergognoso " progetto di commissariamento ministeriale delle soprintendenze di Roma e Ostia, recente decisione del ministro per i Beni culturali Sandro Bondi in accordo con il sindaco Gianni Alemanno.

Se e quando si farà, è ancora da decidere. Ma tutti sono consapevoli che solo un gesto di grande portata simbolica accenderebbe i riflettori su una manovra che i critici dell'operazione giudicano "vergognosa" e, di fatto, una privatizzazione strisciante. Di questo, soprattutto, si è parlato ieri all'università. Intanto sono salite a oltre duemila, e in poche ore, la firme per la petizione contro il commissariamento governativo di Colosseo, Fori, Terme ecc. sul sito www-firmiamo.it/nocommissariosoprintendenzeromaeostia (tra i firmatari, la stragrande maggioranza dei funzionari di Stato degli istituti di tutela coinvolti, oltre ad accademici, direttori di istituti scientifici, giornalisti...).

Cresce insomma di ora in ora — e dilaga — la protesta. E da ieri, a chiedere quali siano le ragioni che hanno portato a questo provvedimento straordinario (e inedito) e alla nomina del sottosegretario Guido Bertolaso a commissario (con l'assessore all'urbanistica Marco Corsini in qualità di "soggetto attuatore") sono anche la capogruppo del Pd in commissione cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, con la segretaria di presidenza Emilia De Biasi e i deputati Tocci e Giulietti (contrari anche il ministro ombra Cerami e l'assessore regionale alla Cultura Rodano): "Su questo commissariamento abbiamo molte perplessità — spiegano i parlamentari del Pd nell'interrogazione rivolta al ministro— si genera una confusione istituzionale, una sovrapposizione di ruoli e uno ingiustificato svuotamento delle competenze delle soprintendenze archeologiche con evidenti rischi per la tutela del patrimonio.

Inoltre con questo commissariamento il ministro sembra mostrare la sua volontà di dividere il patrimonio culturale in due livelli: uno di serie A, con beni culturali ad alto reddito (per esempio il Colosseo) e uno di serie B con beni senza reddito, causando, fra l'altro, l'abbandono al degrado di quel patrimonio archeologico, artistico e culturale diffuso, che costituisce la caratteristica storica e la risorsa fondamentale del nostro Paese e che determina un grande indotto turistico".

"Basta polemiche: non devo fare l'archeologo"

Guido Bertolaso* – Corriere della Sera, 8 febbraio 2009

Caro Direttore,

leggo tra l'incredulo e il divertito dell'intenzione degli archeologi romani di occupare il Colosseo, azione "di lotta e di governo" a difesa dell'onore e del potere delle sovrintendenze, lesi da un accordo tra il Ministro Bondi e il Sindaco Alemanno che mi hanno indicato come possibile Commissario straordinario per le aree archeologiche del Foro, dell'Appia Antica e di Ostia Antica.

Leggo che la mia nomina sarebbe il primo passo per privatizzare le aree archeologiche più note e visitate della Capitale, lasciare il resto del patrimonio ad una sovrintendenza umiliata e senza risorse, dare spazio alla creatività dei politici nella gestione del patrimonio archeologico, ben sapendo che essi non sanno che farsene della competenza e della capacità degli addetti ai lavori.

E' noto come sia restio a farmi coinvolgere e replicare in dibattiti e polemiche astratte, lo faccio solo perché si tratta del più importante quotidiano del nostro Paese che ha, anche recentemente e con una delle firme più importanti, descritto quale sia il mio stile di vita e di lavoro.

Ristabiliamo la verità: ho ricevuto una lettera del Ministro Bondi che mi indica una serie di situazioni a rischio di instabilità, di degrado irreversibile, di dissesto che possono compromettere l'area più bella e importante del mondo e ritiene necessario il ricorso alle procedure accelerate che sono proprie della Protezione Civile per definire un quadro di interventi e di priorità, procedendo, nel contempo, alla messa in sicurezza dei beni più esposti, per poi avviare ad attuazione le misure previste dal piano.

Un lavoro "normale" per la Protezione Civile, come tale per me accettabile come le decine d'altri che mi vedono Commissario - a titolo gratuito - proprio perché a capo della Protezione Civile.

Perché nessuno si è scandalizzato quando si sono fatti i lavori per il Giubileo? quando ci è stato chiesto di occuparci di Pompei? di consentire all'archeologo Marchetti di provare a recuperare la Domus Aurea? di ricostruire la Cattedrale di Noto? di contribuire al restauro del David di Donatello o dell'Ultima Cena del Vasari danneggiata dall'alluvione di Firenze?

Non ho alcuna intenzione di trasformarmi in archeologo, non rappresento il "privato", visto che faccio il funzionario dello Stato da sempre e non voglio certo cominciare adesso a sperimentare un metodo di lavoro diverso da quello della Protezione Civile, che si basa sul coinvolgimento e sulla collaborazione di tutti i soggetti responsabili di possibili situazioni di crisi, attuale o potenziale, per lavorare speditamente alla soluzione dei problemi esistenti e tornare il più in fretta possibile alla normalità.

Dove per normalità si intende la restituzione della piena responsabilità sui beni e le realtà che hanno costituito oggetto di intervento ai soggetti istituzionali legittimi. Non c'è nessun esproprio in un intervento di Protezione Civile, solo un uso del tempo molto diverso dalla condizione ordinaria e un metodo di lavoro che pr vilegia chi accetta di lavorare in squadra.

Oltre a questo, devo precisare che un altro rischio c'è, negli interventi della Protezione Civile: tutto il tempo disponibile viene dedicato prima ad una istruttoria precisa sulle cose da fare, coinvolgendo tutte le Autorità responsabili per trovare e scegliere la soluzione migliore, poi si passa alla fase decisionale e si decide e poi si fa ciò che si è deciso. Ed è quello che vorremmo fare anche in questo caso, come faremo (oltre a quanto già fatto) anche per il Tevere, in modo che lo squallido spettacolo delle buste di plastica che pendono dagli alberi, come lugubri ricordi di rischi passati e dell'incuria attuale, presto sparisca alla vista dei cittadini e dei turisti. Un lavoro di messa in sicurezza e di esaltazione del decoro antico, in modo che la tutela resti a chi ne ha la responsabilità e la protezione sia di chi la sa fare.

Se poi, alla prima verifica, scopriremo che il Ministro e il Sindaco hanno visto i segni di un' emergenza dove non c'era, basterà una normale ordinanza per tranquillizzare le Autorità e tornare alla situazione precedente. Se davvero non ci fossero rischi per le aree di cui mi scrive il Ministro Bondi il primo ad essere felice sarei io. Ma da romano, da italiano, da appassionato alle nostre bellezze ed avvilito per la nostra incapacità a fare bene le cose e ad evitare le polemiche, ho ragione di credere che qualcosa di utile vada fatto, presto e bene, anche per questa gemma importante del nostro inestimabile patrimonio culturale.

*Capo Dipartimento Protezione Civile

COMUNICATO dei FUNZIONARI ARCHEOLOGI e ARCHITETTI della SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA

Per aderire all'appello

Il corpo tecnico-scientifico della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, avuta notizia dell’annuncio da parte del Ministro Bondi della richiesta di un commissariamento straordinario del proprio Ufficio, ricordando il dettato costituzionale, la normativa vigente e i propri obblighi istituzionali in relazione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico di Roma, non ritenendo plausibili le motivazioni addotte a sostegno di un tale gravissimo provvedimento, che solo un’emergenza di protezione civile potrebbe giustificare, dichiara lo stato di agitazione permanente. La nomina di un Commissario straordinario, attualmente responsabile del dipartimento della Protezione Civile, di un vicecommissario attuatore (incompatibilmente Assessore del Comune di Roma) e di consulenti tecnico-scientifici esterni, oltre a porre l’attività dell’Ufficio di tutela al di fuori dell’amministrazione ordinaria, esautora di fatto il corpo degli Archeologi, degli Architetti e di tutto il personale tecnico-amministrativo, della pienezza del proprio ruolo istituzionale determinando una sovrapposizione (o forse meglio uno svuotamento) di funzioni in evidente gravissimo contrasto con ogni criterio di economicità e di controllo della Pubblica Amministrazione, oltre che di quella valorizzazione della sua produttività tanto proclamata dal Governo e in particolare dal Ministro della Funzione Pubblica.

E’ evidente che gli obiettivi sono altri da quelli dichiarati a mezzo stampa di creare una fruizione unitaria dell’Area Archeologica Centrale di Roma, per la quale sarebbe bastato un semplice protocollo d’intesa tra Uffici statali e comunali, ratificato dagli organi di controllo amministrativi per le parti economiche di riscossione dei biglietti d’ingresso, così come per quanto riguarda la necessità di realizzare opere urgenti finalizzate al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, considerato che è ben noto a tutti come la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, con impegno costante e competenza tecnico-scientifica abbia saputo rispondere positivamente ad altri impegnativi appuntamenti straordinari come quelli della Legge Biasini, della legge per Roma Capitale, del Giubileo 2000, del Piano Nazionale per l’Archeologia e dei fondi del Gioco del Lotto, dimostrando capacità di spesa e ampiezza di risultati.

Questa manovra gravissima si lega invece al confronto politico – la cui asprezza è nota a tutti - sul conferimento di poteri a Roma Capitale in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico, ed in particolare archeologico. La gestione (e gli introiti), perché di questo si tratta, di Aree Archeologiche Monumentali di rilevanza mondiale, quali sono il Colosseo, la Domus Aurea, i Fori Imperiali, costituiscono il vero perno di questa vicenda, che prelude ad un nuovo assetto gestionale, forse di diritto privatistico?

Il corpo tecnico-scientifico della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma denuncia con forza – e fa appello ad ogni Cittadino, Rappresentante istituzionale, parlamentare e politico, ad ogni giurista e costituzionalista, ad ogni Istituto di ricerca nazionale e internazionale, ad ogni Associazione che vorrà condividere tale opinione - il rischio cogente della distruzione di un Ufficio di tutela di grande rilevanza storica e culturale, con una spaccatura insanabile per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico di Roma, attraverso la determinazione sul territorio urbano di un’"Archeologia ad alto reddito" e un’ "Archeologia senza reddito", contro i principi fondamentali della Repubblica, garantiti dall’Art. 9 della Costituzione, per i quali il valore della tutela del patrimonio culturale è sovraordinato ad ogni altro interesse, anche economico.

Anna Paola Anzidei

Ines Arletti

Luigia Attilia

Giovanna Bandini

Mariarosaria Barbera

Maria Bartoli

Calogero Bennici

Marina Bertinetti

Silvia Borghini

Anna Buccellato

Antonio Federico Caiola

Daniela Candilio

Alessandra Capodiferro

Francesco Capuani

Paola Catalano

Fiorenzo Catalli

Tiziana Ceccarini

Laura Cianfriglia

Antonella Cirillo

Olimpia Colacicchi

Matilde De Angelis d’Ossat

Anna De Santis

Roberto Egidi

Maria Grazia Filetici

Fedora Filippi

Paola Filippini

Rosanna Friggeri

Carmelo La Micela

Maria Gloria Leonetti

Marina Magnani Cianetti

Piero Meogrossi

Giuseppe Morganti

Simona Morretta

Stefano Musco

Patrizia Paoloni

Elio Paparatti

Debora Papetti

Rita Paris

Marina Piranomonte

Fulvia Polinari

Paola Quaranta

Rossella Rea

Giacomo Restante

Cristina Robotti

Miria Roghi

Daniela Rossi

Rita Santolini

Renato Sebastiani

Mirella Serlorenzi

Francesco Spicaglia

Miriam Taviani

Antonella Tomasello

Maria Antonietta Tomei

Laura Vendittelli

Luigi Vergantini

Antonello Vodret

Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia

COMUNICATO DEL 4.02.2009



Il personale della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia Antica si riconosce e fa proprio il comunicato della Soprintendenza Archeologica di Roma, in merito al previsto commissariamento di ambedue gli uffici.

Identico futuro si delinea, infatti, anche per l’area archeologica di Ostia Antica che, secondo il comunicato del 30.1.09 del Ministro Bondi, verrà ricompresa nella specifica ordinanza che prevederà "poteri straordinari, anche di protezione civile ……… attraverso la nomina del Sottosegretario di Stato Guido Bertolaso quale Commissario straordinario e dell’Assessore del Comune di Roma alle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio Marco Corsini quale soggetto attuatore".

Nel concordare con l’analisi fatta dai colleghi della Soprintendenza Archeologica di Roma è d’obbligo sottolineare che l’area archeologica di Ostia Antica, come può constatare qualsiasi visitatore, non si trova in situazioni oggettive di degrado e di emergenza tali da giustificare il ricorso a poteri straordinari (anche di protezione civile), né su di essa esiste una problematica sovrapposizione di competenze tra Stato ed Enti Locali che, sempre secondo il comunicato del Ministro Bondi, verrà "risolta" con l’istituzione del tavolo tecnico insediato il 30.1.2009 deputato ad individuare un "comune indirizzo di tutela, valorizzazione e promozione".

Il preannunciato provvedimento, che, giova ricordarlo, ha per oggetto le aree archeologiche più prestigiose e considerate a più alto "reddito" della nostra regione, mortifica, inoltre, la professionalità di tutto il personale di Ostia (dai tecnici, agli amministrativi, agli addetti alla vigilanza) e svuota, di fatto, di contenuti l’attività della Soprintendenza impegnata da sempre sui due aspetti fondamentali ed inscindibili del proprio lavoro: la tutela dei beni e la valorizzazione della aree archeologiche e dei monumenti di competenza.

Ci uniamo, dunque, all’appello dei colleghi della Soprintendenza Archeologica di Roma affinché chi condivide le nostre opinioni, dal singolo cittadino sino ai rappresentanti istituzionali, faccia sentire la propria voce a difesa del patrimonio comune.

Adriani Marina

Amato Luigi

Arciprete Giovanna

Bacarella Pietro

Barraco Ersilia

Bedello Margherita

Biondi Claudio

Buttacavoli Calogero

Casu Mirella

Cerquetti Viviana

Colaianni Nunzia

Conticello Giuseppina

Costabile Maurizia

Cucinotta Giuseppina

Da Roit Paolo

D’Aleo Maria

Di Casimirri Ileana

Di Giacomo Adriana

Fabi Giuliana

Falchi Stefania

Genovese Anna

Germoni Paola

Giampaolo Stefania

Giovannangeli Franco

Gramegna Maria Teresa

Marzi Marco

Masciangioli Patrizia

Melis Susanna

Morelli Marco

Morelli Cinzia

Notaro Roberta

Orlando Adriana

Pandolfi Sabrina

Paroli Lidia

Pecoroni Giancarlo

Pellegrino Angelo

Pietrini Stefania

Ponzo Orlando

Prestopino Alfredo

Renda Ida

Rinaldi Marta

Roglia Paola

Romanelli Franchino

Rossigno Grazia

Rossigno Laura

Segantini Giorgio

Seno Manuela

Sgreccia Fabiola

Spanu Mario

Stanco Lucia

Stani Stefano

Stronati Giuseppe

Tartabini Giancarlo

Tomei Patrizia

Tortora Franca

Virzì Margherita

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