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No al commissariamento della Soprintendenza Archeologica di Roma
4 Febbraio 2009
Beni culturali
La reazione, fermissima, del personale della Soprintendenza romana in stato di agitazione permanente per difendere l’articolo 9 della Costituzione, 3 febbraio 2009 (m.p.g.)

COMUNICATO dei FUNZIONARI ARCHEOLOGI e ARCHITETTI della SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA

Il corpo tecnico-scientifico della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, avuta notizia dell’annuncio da parte del Ministro Bondi della richiesta di un commissariamento straordinario del proprio Ufficio, ricordando il dettato costituzionale, la normativa vigente e i propri obblighi istituzionali in relazione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico di Roma, non ritenendo plausibili le motivazioni addotte a sostegno di un tale gravissimo provvedimento, che solo un’ emergenza di protezione civile potrebbe giustificare, dichiara lo stato di agitazione permanente.

La nomina di un Commissario straordinario, attualmente responsabile del dipartimento della Protezione Civile, di un vicecommissario attuatore (incompatibilmente Assessore del Comune di Roma) e di consulenti tecnico-scientifici esterni, oltre a porre l’attività dell’Ufficio di tutela al di fuori dell’amministrazione ordinaria, esautora di fatto il corpo degli Archeologi, degli Architetti e di tutto il personale tecnico-amministrativo, della pienezza del proprio ruolo istituzionale determinando una sovrapposizione (o forse meglio uno svuotamento) di funzioni in evidente gravissimo contrasto con ogni criterio di economicità e di controllo della Pubblica Amministrazione, oltre che di quella valorizzazione della sua produttività tanto proclamata dal Governo e in particolare dal Ministro della Funzione Pubblica.

E’ evidente che gli obiettivi sono altri da quelli dichiarati a mezzo stampa di creare una fruizione unitaria dell’Area Archeologica Centrale di Roma, per la quale sarebbe bastato un semplice protocollo d’intesa tra Uffici statali e comunali, ratificato dagli organi di controllo amministrativi per le parti economiche di riscossione dei biglietti d’ingresso, così come per quanto riguarda la necessità di realizzare opere urgenti finalizzate al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, considerato che è ben noto a tutti come la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, con impegno costante e competenza tecnico-scientifica abbia saputo rispondere positivamente ad altri impegnativi appuntamenti straordinari come quelli della Legge Biasini, della legge per Roma Capitale, del Giubileo 2000, del Piano Nazionale per l’Archeologia e dei fondi del Gioco del Lotto, dimostrando capacità di spesa e ampiezza di risultati.

Questa manovra gravissima si lega invece al confronto politico – la cui asprezza è nota a tutti - sul conferimento di poteri a Roma Capitale in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico, ed in particolare archeologico. La gestione (e gli introiti), perché di questo si tratta, di Aree Archeologiche Monumentali di rilevanza mondiale, quali sono il Colosseo, la Domus Aurea, i Fori Imperiali, costituiscono il vero perno di questa vicenda, che prelude ad un nuovo assetto gestionale, forse di diritto privatistico ?

Il corpo tecnico-scientifico della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma denuncia con forza – e fa appello ad ogni Cittadino, Rappresentante istituzionale, parlamentare e politico, ad ogni giurista e costituzionalista, ad ogni Istituto di ricerca nazionale e internazionale, ad ogni Associazione che vorrà condividere tale opinione - il rischio cogente della distruzione di un Ufficio di tutela di grande rilevanza storica e culturale, con una spaccatura insanabile per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico di Roma, attraverso la determinazione sul territorio urbano di un’"Archeologia ad alto reddito" e un’ "Archeologia senza reddito", contro i principi fondamentali della Repubblica, garantiti dall’Art. 9 della Costituzione, per i quali il valore della tutela del patrimonio culturale è sovraordinato ad ogni altro interesse, anche economico.

Anna Paola Anzidei

Ines Arletti

Luigia Attilia

Giovanna Bandini

Mariarosaria Barbera

Maria Bartoli

Calogero Bennici

Marina Bertinetti

Silvia Borghini

Anna Buccellato

Antonio Federico Caiola

Daniela Candilio

Alessandra Capodiferro

Francesco Capuani

Paola Catalano

Fiorenzo Catalli

Tiziana Ceccarini

Laura Cianfriglia

Antonella Cirillo

Olimpia Colacicchi

Matilde De Angelis d’Ossat

Roberto Egidi

Maria Grazia Filetici

Fedora Filippi

Paola Filippini

Rosanna Friggeri

Carmelo La Micela

Maria Gloria Leonetti

Marina Magnani Cianetti

Piero Meogrossi

Giuseppe Morganti

Simona Morretta

Stefano Musco

Patrizia Paoloni

Elio Paparatti

Debora Papetti

Rita Paris

Marina Piranomonte

Fulvia Polinari

Paola Quaranta

Rossella Rea

Giacomo Restante

Cristina Robotti

Miria Roghi

Daniela Rossi

Rita Santolini

Renato Sebastiani

Mirella Serlorenzi

Francesco Spicaglia

Miriam Taviani

Antonella Tomasello

Maria Antonietta Tomei

Laura Vendittelli

Luigi Vergantini

Antonello Vodret

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