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Contro l’emendamento su Roma Capitale
18 Gennaio 2009
Beni culturali
Un appello di un gruppo di associazioni, sottoscritto da eddyburg, contro il passaggio di importanti competenze da Stato e Regione al Comune di Roma. 18 gennaio 2009 (m.p.g.)

La situazione dei beni culturali e ambientali sprofonda sempre più nei tagli e nella confusione. Da una parte il Ministero crea la figura accentrata di un supermanager alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico, dall’altra, in Senato, viene approvato – per ora in commissione - l’emendamento alla legge sul federalismo fiscale, col quale si decentrano, molto confusamente, al Comune di Roma compiti sin qui nazionali, o nazionali e regionali, fra i quali 1)"valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali"; 2) "valutazione dell’impatto ambientale" (sia pure in collaborazione con Ministero e Regione); 3)"pianificazione territoriale".Facendo così di Roma Capitale un ente controllore di se stesso, controllore e insieme controllato. Sarà infatti il Consiglio comunale ad approvare i regolamenti di attuazione delle nuove competenze. Un’autentica "rivoluzione" attuata con un emendamento e senza il lavoro preparatorio di alcuna commissione di studio tecnico-scientifica.

Sono misure, difatti, che non rispondono ad alcun disegno strategico generale: da un lato si accentrano funzioni di valorizzazione tipicamente regionali e locali, dall’altro se ne municipalizzano altre che riguardano beni culturali, ambientali, fluviali, ecc. i quali richiedono invece una dimensione di intervento di livello superiore (come la già esistente Autorità nazionale del Tevere). Né si capisce se questi provvedimenti riguardino i beni archeologici e la loro gestione (quella del Colosseo, per esempio, dove esponenti del Comune hanno già ipotizzato di realizzare combattimenti coi gladiatori). Inoltre il livello della politica locale si avvicina sempre più alle Soprintendenze le quale devono invece poter controllare, in piena autonomia e sulla base di criteri tecnico-scientifici, l’attività degli enti locali e regionali, per esempio sul piano paesaggistico, dotate (e lo sono sempre meno) dei necessari strumenti di indagine e di valutazione.

Le associazioni firmatarie rivolgono dunque un pressante appello alle massime istituzioni della Repubblica, al Parlamento stesso, affinché una materia così vasta, così delicata e così preziosa non venga affrontata con un sbrigativo e confuso emendamento. Il problema, oggi, è, più che mai, quello di attuare il dettato dell’articolo 9 della Costituzione, "la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione", potenziando e non frantumando l’intervento pubblico in un patrimonio già tanto manomesso e dissipato.

Associazione "R. Bianchi Bandinelli", Assotecnici, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, Legambiente, Wwf Italia, eddyburg

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