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"Il piacere di leggere il libro di Sergio Brenna"
16 Maggio 2004
"Il piacere di legg
Mauro Baioni (PN) 16.05.2004

Caro prof. Salzano

ho avuto grazie a te il piacere di leggere il libro di Sergio Brenna "La città Architettura e politica", edito da Hoepli. Come sai, è un agevole manuale che illustra con chiarezza gli aspetti tecnici dell'urbanistica: il contenuto dei piani, le modalità di attuazione, la disciplina delle attrezzature pubbliche, gli oneri di urbanizzazione, i provvedimenti abilitativi.

Tuttavia, il suo vero pregio sta nel mettere in luce, per ciascun tema, le ragioni che hanno portato all'introduzione dei vari strumenti e le finalità che si volevano perseguire. Brenna ci aiuta così a capire meglio la portata delle modifiche più recenti, introdotte nella legislazione nazionale e regionale. Si svela un grande equivoco: che la pletora di nuovi strumenti e meccanismi (i programmi complessi, gli standard qualitativi, la perequazione e così via) siano l'unica e indispensabile risposta all'inefficacia della precedente strumentazione. Non è così. Le "novità" introdotte sono tutte il prodotto di un mutato orientamento culturale che - nel rapporto tra iniziativa privata e iniziativa pubblica - privilegia la prima e affida alla seconda un ruolo "sussidiario" e in molti casi subalterno. Altre risposte tecniche sono possibili, lasciando all'amministrazione pubblica il primato nella sfera delle decisioni sull'assetto del territorio.

Che si tratti di un mutamento profondo, quindi, è fuor di discussione. Che si tratti di una novità, invece, non è del tutto vero. Brenna riprende gli scritti di Giuseppe de Finetti, redatti subito dopo la seconda guerra mondiale per mostrarci la loro estrema attualità e - ancora - non esita a sottolineare le analogie tra la proposta di riforma urbanistica nazionale oggi in discussione e le leggi urbanistiche ottocentesche.

Conclude il libro l'invito, formulato molti anni fa da De Finetti, a non farci incantare dalle sirene "dei praticoni che credono di fare la civiltà d'oggi perché costruiscono case o producono beni industriali o commerciano le merci o il danaro e lo fanno sempre con furia gloriandosi della velocità della loro azione e del loro successo, ma sciupando la civiltà del domani, l'industria del domani, la ricchezza del domani". Come non raccoglierlo?

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