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Giorgia Boca
I rifiuti, un problema emblematico
10 Maggio 2008
Rifiuti di sviluppo
Per orientarsi in eddyburg sull’emergenza, in Campania e nel mondo: segno dei tempi, o di un sistema sbagliato? Una Visita Guidata (aggiornato al 10 maggio 2008)

Il problema dei rifiuti in Campania ritorna periodicamente di attualità, occupando prepotentemente le prime pagine dei giornali. Le immagini che ci vengono proposte sono sempre più esasperate e drammatiche: piramidi di spazzatura per le strade delle città, proteste che raggiungono livelli di tensione molto alta, scontri, vertici istituzionali di vario genere che si concludono in annunci di risoluzioni puntualmente rivelatesi fallimentari.

Da dove è iniziato tutto questo? Di chi è la colpa? E c’è una soluzione? Gli articoli ospitati su eddyburg analizzano il problema, mettendo a fuoco alcuni aspetti cruciali di quella considerata da più parti un’emergenza. Si tratta di articoli che partono dal 2004.

Antonio Di Gennaro, in due articoli scritti per eddyburg a distanza di un anno circa, evidenzia due questioni essenziali: chi gestisce il ciclo dei rifiuti? Ed è ammissibile esautorare l’autorità pubblica consegnando il potere decisionale alla gestione commissariale? In un articolo del 2004, Privatizzare i rifiuti è sbagliato, spiega come il ricorso al meccanismo del project financing significhi nei fatti delegare ai privati scelte decisive che spettano al pubblico. E’ il privato, infatti, che sceglie dove localizzare i termovalorizzatori, ma lo fa in funzione del proprio profitto più che in funzione dell’interesse pubblico. E così, può accadere che la localizzazione di una struttura così invasiva venga decisa in una zona come Acerra, già interessata da gravi problemi di inquinamento, scatenando immancabilmente le proteste e le rivolte dei cittadini. Ce le descrivono due articoli, Rifiuti, Acerra blocca Napoli di Francesco Pilla su il manifesto e Il vescovo, i verdi, il sindaco rosso. Ecco la crociata dell’inceneritore di Giovanni Valentini su la Repubblica. La seconda questione, sottolineata da Di Gennaro nell’articolo Commissariati straordinari in Campania: emergenza o stato di eccezione?, del 2005, è quella della gestione commissariale. Può l’emergenza giustificare una così prolungata delega dei poteri da parte dello Stato? Con il commisariamento, lo Stato fa un passo indietro e l’emergenza non è più sintomo di un problema ma giustificazione per non decidere.

Gestione commissariale e necessità che la politica assuma le sue responsabilità ritornano in un articolo di Di Gennaro, Discariche e lontre, sempre del 2005, che prende spunto dalla decisione di Guido Bertolaso, neo-commissario, di localizzare a Serre di Persano una nuova discarica, a due passi da un’oasi naturalistica. Su Serre di Persano la polemica si protrarrà ancora a lungo: due anni dopo, nel 2007, il geologo Giovan Battista dè Medici spiega in conferenza stampa come non siano stati valutati siti alternativi per la localizzazione delle discariche (Non hanno cercato siti alternativi). In particolare, si punta il dito contro la decisione di utilizzare cave dismesse, poco idonee da un punto di vista geologico ad accogliere rifiuti e troppo vicine ad aree protette.

Non mancano i dati che danno la dimensione dell’emergenza. Da una parte il rapporto di Legambiente sui reati ambientali, uscito nell’aprile 2007 e riportato da un articolo del il manifesto,Veleni, rifiuti e cemento, ‘o business della camorra: confermato il primato campano per reati ambientali e uno sconcertante giro d’affari delle cosiddette ecomafie. Dall’altra, nel maggio dello stesso anno, i dati dell’APAT, l’agenzia ministeriale per la protezione dell’ambiente, che mettono in luce una situazione di grave rischio igienico-sanitario di tutto il territorio regionale; di questi dati si parla in un’inchiesta del Corriere del Mezzogiorno, riportata integralmente in Campania, la Regione dei veleni.

Alcuni articoli delineano anche alcune possibili soluzioni. Antonio Cianciullo, in un articolo su la Repubblica dal titolo Abusivismo, ecoballe e camorra “Ma cambiare strada è possibile” (maggio 2007), sulla base di interviste a tecnici ed esperti, indica la raccolta differenziata come primo importante passo verso la risoluzione del problema.

Più articolati gli interventi di Guido Viale. In un articolo su il manifesto del 22 maggio 2007, Che fare della mondezza campana, fa una puntuale analisi delle molteplici cause che hanno decretato lo stato di emergenza, ricostruendo l’infinita “catena di errori”. In un altro articolo uscito su la Repubblica il 2 giugno 2007, Quali misure per l’emergenza rifiuti, vengono indicate alcune possibili soluzioni: nel momento in cui il flusso dei rifiuti aumenta considerevolmente, la soluzione non sta solo nel loro smaltimento attraverso discariche e termovalorizzatori, ma anche nella loro riduzione, attraverso, ad esempio, la raccolta differenziata e la limitazione degli imballaggi.

Il 2008 inizia nel segno dell’emergenza, con la riapertura della discarica di Pianura chiusa nel 1996. Molti gli articoli inseriti tra il 5 e il 10 gennaio. Antonio Di Gennaro, nell’articolo scritto per eddyburg Crisi dei rifiuti e crisi della politica, punta il dito contro l’istituzionalizzazione dell’emergenza.

Michele Serra, su la Repubblica, se la prende con chi governa, in particolare con la Regione, perché non è riuscito a mettere mai in discussione scelte palesemente sbagliate ( Rifiuti, ancora roghi e scontri. La UE minaccia sanzioni); Massimo Serafini, su il manifesto ( Una politica usa e getta), e Roberto Saviano, su la Repubblica ( Ecco tutti i colpevoli della peste di Napoli), sottolineano invece il ruolo da protagonista della camorra, soprattutto nello smaltimento illegale dei rifiuti tossici. Saviano, in particolare, parla dei consorzi pubblici-privati come del “sistema ideale per aggirare tutti meccanismi di controllo”.

Enrico Pugliese, nell’articolo Tutto si spiega: è un mistero napoletano uscito sul il manifesto, pone alcuni interrogativi: perché non si è mai fatta chiarezza sull’appalto di Impregilo per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra? E’ l’incapacità politica o la camorra a impedire la raccolta differenziata dei rifiuti? O la verità, forse, è che la camorra è anche un buon capro espiatorio per coprire le inefficienze della politica? E attendono una risposta anche le Sette domande sui rifiuti poste da eddyburg, che coprono sinteticamente l’intero arco dei problemi: dalla quantità dei rifiuti prodotti fino alla gestione politica della questione.

Il geologo Giovan Battista dè Medici, a un anno dalla fine della sua collaborazione con il Commissariato straordinario, ripropone in un’intervista uscita sull’ Unità ( «Folle farla qui, è zona vulcanica») le sue tesi sull’inidoneità dei siti prescelti per le discariche. E sempre sull’ Unità un’intervista a Francesco Forgione, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che propone drasticamente la fine dei commissariamenti ( «Il sistema dei commissari è criminogeno»).

Di fronte agli scontri di Pianura, però, ancora una volta gli inceneritori vengono proposti come la risoluzione definitiva del problema, dimenticando che quello di Aversa, se e quando venisse completato, non riuscirebbe a smaltire le piramidi accumulate nemmeno a pieno regime. E chi si farebbe carico del rischio connesso alla combustione di ecoballe di cui nessuno garantisce la sicurezza? Queste le considerazioni di Guido Viale nell’articolo uscito su il manifesto Incenerire è un po’ morire.

La raccolta differenziata, con la separazione dei rifiuti umidi da quelli secchi, e una limitazione degli imballaggi sono due soluzioni immediatamente praticabili e meno costose degli inceneritori: sono queste le tesi di fondo di due articoli pubblicati su il manifesto il 10 gennaio 2008, Il mondo in scatola di Gabriele Polo e Due sacchetti per uscire subito dall’emergenza, di Paolo Cacciari.

Di possibili soluzioni e di come trarre vantaggio dallo smaltimento dei rifiuti parla anche Mario Tozzi in un articolo uscito su la Stampa il 12 gennaio 2008, Dove i rifiuti diventano una risorsa.

L’articolo di Giovanni Valentini, La grande balla delle ecoballe, del 14 gennaio, approfondisce la questione dell’appalto del termovalorizzatore di Acerra e della relativa inchiesta della Procura di Napoli. Guido Viale, nell’articolo pubblicato su il manifesto il 16 gennaio, Quattro soluzioni per il problema dei rifiuti, ritorna sulle soluzioni immediatamente realizzabili per affrontare l’emergenza, sottolineando ancora una volta la necessità di produrre meno rifiuti. Elio Veltri, su l’Unità del 17 gennaio, evidenzia un altro aspetto, la scelta di concentrare gli inceneritori in aree già pesantemente inquinate (Rifiuti, uno scandalo italiano).

Con l’avvio del piano del neo commissario straordinario De Gennaro, inizia il viaggio dei rifiuti verso le altre Regioni: la Sardegna è la prima ad offrire la propria disponibilità, scatenando scontri che prendono direttamente di mira il Presidente Soru. Antonietta Mazzette, in un articolo scritto per eddyburg, Quando la politica diventa violenza, riflette sulla tendenza a reagire con una violenza spesso inaudita di fronte alle cause più disparate: oggi sono i rifiuti, domani una partita di calcio.

Sempre dalla Sardegna, Giorgio Todde commenta gli scontri con ironia e amarezza , sottolineando come mentre nel resto d’Italia si commenti positivamente l’immediata disponibilità dell’isola, a Cagliari si scatenino le proteste e le violenze (L’immagine). E sempre in un articolo scritto per eddyburg, Guardare al di là di Napoli, Lodovico Meneghetti guarda all’emergenza campana da un punto di vista più generale, considerando i rifiuti solo l’ultima prova di un’Italia che “mangia” il suo territorio.

Da più parti, le proteste campane vengono additate come tipico caso di protesta NIMBY: lo storico dell’ambiente Marco Arniero spiega invece come in America i territori più inquinati siano anche i più poveri che spesso non hanno altra via d’uscita che la protesta organizzata (Un archivio delle lotte di resistenza ambientale da Serra a Pianura).

Le violenze e gli scontri continuano ad attirare l'attenzione dei media, un po' meno riescono a farlo i veri colpevoli del disastro campano: nell'articolo Perchè sono tutti colpevoli , uscito su la Repubblica il 2 febbraio 2008, Carlo Bonini prova a farne qualche nome, più e meno noto. Roberto Saviano nell'articolo uscito su la Repubblica il 4 febbraio, L'anima perduta della monnezza di Napoli, cerca di spiegare perchè gli abitanti preferiscano tenersi la spazzatura piuttosto che aprire le discariche: in un territorio con elevati tassi di mortalità per cancro, la discarica appare infatti un rimedio peggiore del male che si propone di risolvere.

In una corrispondenza per eddyburg da Piombino del 15 febbraio (Commissariamenti e poteri speciali anche in Toscana), Paolo Bonisperi racconta la previsione di smaltimento dei rifiuti dell'Italsider di Bagnoli presso il porto di Piombino. Ancora una volta, emergono follie emergenziali e assenza di programmazione: Piombino dovrà costruire delle vasche di smaltimento per i rifiuti di Bagnoli senza aver prima smaltito i propri.

Ben presto, ci si rende conto che le proteste degli abitanti non sono poi così infondate. A dirlo è proprio Gianni De Gennaro, costretto ad ammettere che i siti da lui stesso indicati per la riapertura delle discariche sono totalmente inidonei. Oltre ad un articolo pubblicato il 16 febbraio sul Corriere della Sera (Rifiuti, De Gennaro: piano irrealizzabile), ne parla anche Antonio Di Gennaro in un commento scritto per eddyburg (Carte false).

Le dichiarazioni del prefetto De Gennaro, riportano ancora una volta la discussione sul problema economico e sociale che sta alla base della questione rifiuti, e non solo in Campania. Guido Viale, in un articolo pubblicato su la Repubblica il 5 marzo (Come vincere la sfida dei rifiuti) spiega che non basta affidarsi alla tecnologia – il termovalorizzatore – ma che bisogna intervenire sui consumi e sulle abitudini per risolvere radicalmente l'accumulo dei rifiuti.

Oltre a quelli sull’emergenza campana, eddyburg ospita altri articoli sul problema dei rifiuti. Veleni, mafie e discariche: è il Sud la pattumiera d’Italia è un’inchiesta di Giovanni Valentini per la Repubblica, del 21 ottobre 2004, che racconta in particolare le criticità ambientali della Puglia. Sempre di Valentini è un articolo sull’emergenza rifiuti in Sicilia, Le due Italie divise anche dai rifiuti, del 29 agosto 2005; all’articolo, in cui l’autore si dimostra a favore dei termovalorizzatori purchè realizzati in un’ottica di “ambientalismo sostenibile” assumendo un posizione critica verso gli ambientalisti, risponde Legambiente Sicilia con un comunicato pubblicato su eddyburg il 31 agosto 2005 ( A proposito di “ambientalismo sostenibile”: qualche precisazione dalla Sicilia).

Nell'articolo del 29 agosto 2005, Ultima spiaggia sulla plastica, l'autore Niall Ferguson pone il problema dell'inquinamento marittimo: in particolare, pone il problema dei rifiuti di plastica che soffocano le spiagge e che vengono abbandonati in mare.

La necessità di ripensare i sistemi di produzione delle merci per affrontare radicalmente il problema dei rifiuti è il tema di fondo dell’articolo di Marco Niro, Inceneritori: perché?, pubblicato su megachip.info nel dicembre 2006.

E poi, naturalmente, la metafora di Italo Calvino, Leonia, la città seppellita dai rifiuti, che era nascosta in altri scritti di eddyburg e che abbiamo riportato in evidenza in occasione della discussione in atto

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