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Sandro Roggio
Biderrosa
24 Giugno 2008
Pratiche di buongoverno
Non tutti i comuni della costa sarda sono schiavi delle interpretazioni perverse dello “sviluppo”. Un caso che è anche un auspicio, da Carta, n. 44 dell’8 dicembre 2007

Il Centrodestra ha raggiunto il numero di firme sufficienti per avviare il referendum ( forse due) contro il regime di protezione del paesaggio costiero realizzato dal governo Soru in questi anni (per questo il Piano paesaggistico sardo è gratificato da riconoscimenti di organismi europei e internazionali.

Succede in Sardegna che ci siano forze politiche berlusconizzate, che non si curano di questo, e si mobilitano per fare più volumi ( “lotte dure per altre cubature” – ha scritto eddyburg di recente). Succede che le forse politiche del Centrosinistra non siano tutte fermamente decise a consolidare il progetto di tutela.

Ma anche, e per fortuna, capita che ci siano comuni che tengono duro per conservarli intatti i paesaggi unici che hanno in consegna, e in questo caso è bene sottolinearla la straordinarietà.

Si tratta del compendio Curcurica-Biderrosa in Comune di Orosei, provincia di Nuoro, nella costa orientale, a sud della Gallura (del Billionaire e di villa Certosa, direbbero sbrigativamente a Rete4). Un luogo che ho visitato in condizione di assoluto privilegio, con tanto di guida esperta, dato che collaboro con l’ amministrazione per mettere a punto il Piano urbanistico ( mi sono sentito corrispondente, su un altro registro, a quei fortunati conservatori- restauratori che possono toccare le pareti e le tele dipinte dai grandi maestri del Rinascimento).

E’ un ambiente privo di case – innanzitutto; e questa è di per sé una condizione di privilegio che la Sardegna; caratterizzato dalla presenza di stagni a ridosso del mare, che devono la loro origine al divagare lento dei rispettivi corsi d’acqua, in prossimità della foce, approfittando della speciale depressione di retrospiaggia. Il fenomeno è legato a particolari condizioni che per come le descrivono gli studiosi (i bassi valori di portata dei torrenti ed le modeste dimensioni dei bacini imbriferi) potrebbero apparire sfavorevoli condizioni. Luoghi nel passato stramaledetti, perché da qui venivano le malattie prima del Ddt americano, dato in quantità enormi pure da queste parti.

Questo luogo è rimasto fuori dai riti della balneazione: non ci sono case, nè rotonde sul mare e c’è silenzio ( anche il silenzio è una bella differenza).L’unico artificio a monte è per mano di caprai di un altro tempo, un ovile che avrà all’incirca trecento anni. E allora si capisce perché i miei amici del posto siano preoccupati che i pochi ombrelloni sulla spiaggia possano diventare molti di più.

La linea di difesa intransigente di quel paesaggio, che è pure un Sito di interesse comunitario, dove si vedono i fenicotteri e gli aironi rossi al tempo giusto, si è ormai consolidata; e su questo la classe politica locale conviene nella sostanza, tanto che non ha mai ceduto alle richieste, pure recenti, di “mettere a frutto” queste splendide risorse di proprietà comunale (!) in cura alll’Ente foreste della Regione.

Chi vuole avere un’idea di com’era la Sardegna prima di “Sapore di sale” deve vedere luoghi come questi: può fare una visita da queste parti, avendo cura di prenotare nella stagione estiva, perché l’accesso è consentito a non più di centoventi automobili e venti moto e non si fanno eccezioni. Biderrosa spiega la Sardegna che non compare sui giornali: perché non ci sono vip in giro e ricche ville di cattivo gusto. E sarà facile per chi vorrà venire da queste parti, capire perché il referendum – che mira a omologare luoghi come questo agli standard dei villaggivacanze – deve essere contrastato.

Si deve fare capire, ne devono essere consapevoli le forze di sinistra, che una controriforma, a partire dalla Sardegna, potrebbe nei prossimi anni mettere a rischio ambienti come questi. L’attacco ai programmi di tutela del paesaggio costiero sardo non è nell’interesse delle comunità locali, come qualcuno potrebbe credere, ma a sostegno di interessi di pochi a trasformare in merce luoghi preziosi, specialmente per le generazioni future. La rendita è il motore vero dell’attacco ai beni comuni.

La spiaggia di Biderrosa,nell'immagine, è una foto di Francesco Luche, ed è tratta dal sito del comune di Orosei

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